LILIA, UCCISA A COLTELLATE DAVANTI AL FIGLIO

DI CLAUDIA SABA

Si chiamava Lilia.
Il compagno, Alexandru Dimitrova, l’ha uccisa a coltellate davanti al figlio di 4 anni.
È accaduto in un appartamento vicino a Venezia
che i carabinieri conoscevano bene.
Ad agosto era stata la stessa Lilia a chiamarli.
Un’amica racconta che “il compagno l’aveva picchiata in testa e su un fianco. Mi ha mostrato la denuncia e mi ha raccontato delle botte. Le ho detto vai via da qui, e mi ha risposto: ‘Dove vado con il bambino?'”.

Il compagno sapendo della denuncia, le aveva chiesto scusa piangendo, promettendole che sarebbe cambiato.
Così, Lilia, aveva ritirato la querela.
Ed è morta ammazzata 20 giorni dopo.

Nonostante le frequenti liti che in molti avevano sentito, nonostante i numerosi interventi dei carabinieri, nonostante le amiche sapessero.
Perché nessuno fa mai nulla ‘prima’.
Solo ‘dopo’ quando ormai è troppo tardi.

La giustizia, segue iter che la ragione non può comprendere.

Intanto le donne muoiono.
Per indifferenza
Per sottovalutazione dei reati.
Per menefreghismo.
Perché non si dà valore all’ascolto.
Perché la società, omertosa, continua a giustificare la violenza di certi ‘uomini’.

Perché la vita di una donna vale meno di niente.