SE I CITTADINI EUROPEI SI STANCANO DELLA GUERRA

DI ENNIO REMONDINO

 

All’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina l’Unione europea si è dimostrata unita. Ma ora la coesione comincia a indebolirsi, a causa dei problemi economici che preoccupano la popolazione. Ivan Krastev e Mark Leonard, su ‘The New Statesman’ (ripresa da Internazionale), da una analisi del Consiglio europeo per le relazioni esterne, l’Ecfr.

Strabismo da G7 e contrattacco di Mosca

«Le crisi di governo che stanno scuotendo la Bulgaria e l’Estonia sono i primi segnali del fatto che l’unità raggiunta nei primi giorni della guerra è sotto pressione e non può più essere data per scontata. Anche perché nel frattempo le manovre della Russia per destabilizzare la politica interna dei paesi europei sono tornate a funzionare a pieno regime».

Guerra prolungata insostenibile

La prospettiva di una guerra prolungata apparentemente giurata da Washington-Ucraina e Mosca, “fino alla contrapposta vittoria finale”, porta con sé il rischio di una spaccatura delle società europee «e forse anche della stessa Unione europea».

Trionfalismo dei governi

I cittadini cercano di difendere il loro stile di vita, e in pochi credono che la vittoria sarebbe dietro l’angolo, anche se tre europei su quattro credono che la colpa della guerra sia della Russia. Il quarto che manca  imputa grosse responsabilità anche alla Nato e agli Stati Uniti.

Unità non incondizionata

I pericoli per l’unità, invece, arrivano da idee divergenti sulla strada da prendere. «Per mantenere l’unità, i leader europei dovrebbero essere disposti a cambiare tono e, pur continuando ad armare l’Ucraina e a sanzionare la Russia, dovrebbero considerare anche le preoccupazioni di chi teme una guerra più devastante o le conseguenze economiche dello scontro con Mosca».

Pacifismo contro e ‘giustizieri’

Il sondaggio dell’Ecfr  segnala  una spaccatura crescente tra il campo “pacifista” che vorrebbe un intervento dell’Europa per mettere fine al conflitto il più presto possibile, anche se questo dovesse voler dire spingere Kiev a fare delle concessioni, e il campo “della giustizia”, secondo cui la Russia deve pagare per l’invasione sino a una sua improbabile sconfitta.

Armiamoli e facciamoli partire

I due fronti mantengono posizioni radicalmente diverse sull’aumento della spesa militare. «La maggior parte degli appartenenti al campo della giustizia (53 per cento) sostiene la scelta di aumentarla, anche se questo significasse investire meno in settori come la sanità, l’istruzione e la lotta contro il crimine. E solo il 29 per cento è contrario».

Meno armi per tutti

Nel campo pacifista, invece, le proporzioni sono ribaltate: il 29 per cento è favorevole ad alzare la spesa per la difesa, mentre il 51 per cento è contrario. La separazione tra questi due schieramenti si ripresenta in ogni paese, ma con proporzioni diverse. Ed è una delle divergenze che possano compromettere l’unità europea (pen siamo alla partita aperta in Italia col governo in bilico sulla armi all’Ucraina).

Polonia giustiziera e…

La Polonia è l’unico Paese in cui il campo della ‘giustizia’ (la punizione della Russia) è maggioritario. Gli abitanti degli stati baltici e di altri paesi dell’Europa orientale non sono stati presi in considerazione nel sondaggio.

«Nei dieci paesi presi in esame dal sondaggio, il 35 per cento degli intervistati si posiziona nel campo pacifista, mentre il 22 per cento in quello della giustizia». Il campo pacifista –sia chiaro., non è uno schieramento filorusso, anche se alcune persone che ne fanno parte si considerano vicine a Mosca e ostili agli Stati Uniti.

Rottura Russia Europa irreversibile?

Il sondaggio suggerisce che la rottura tra l’Unione europea e la Russia sia irreversibile, almeno nel breve e medio periodo. Gli europei non pensano più che la Russia sia un paese amico né sognano d’integrarla nelle strutture o nella comunità politica del continente.

Costo della vita  e  bomba atomica

Nonostante la guerra abbia alimentato la paura in tutto il continente, i timori non sono gli stessi ovunque. I due temi che preoccupano di più gli  europei sono il costo della vita (a cominciare dal prezzo dell’energia) e la minaccia russa di usare le armi atomiche. Ma con alcune differenze.

Energia, gas e benzina

Quando si parla dell’impatto della guerra sul costo della vita e sulle bollette dell’energia, i cittadini di Portogallo, Italia e Francia sono i più preoccupati, mentre quelli di Svezia, Polonia e Romania sono i più indifferenti.

Guerra diretta

Svedesi, finlandesi e francesi temono soprattutto gli attacchi informatici del Cremlino. Le persone che vivono a poca distanza dal confine con la Russia – in Finlandia, Polonia, Romania e Svezia – sono le più allarmate per la minaccia di una manovra militare contro i loro paesi.

La sfida più grande

«Quali sono le conclusioni del sondaggio sulle prospettive della guerra?». Per l’Ucraina e i suoi sostenitori, è evitare che il mondo si stanchi di questo conflitto, come ha sottolineato a maggio il presidente ucraino  Zelenskyj in occasione del Forum economico mondiale di Davos, in Svizzera.

Stanchi della guerra

Gli europei, infatti, si stanno già stancando, e la loro solidarietà potrebbe affievolirsi. «Il numero di persone convinte che il proprio governo presti troppa attenzione alla guerra a scapito di altri problemi sociali ed economici è alto in tutti i paesi presi in esame». Significativo che questo numero sia particolarmente consistente negli stati vicini alla linea del fronte come la Polonia e la Romania.

L’opinione pubblica e la politica

Ora i governi devono provare a colmare il divario tra l’Ucraina (dove il campo pacifista è invisibile) e la maggior parte dei paesi europei (dove rappresenta la maggioranza relativa o assoluta).

Settimane decisive.

Il sondaggio indica che tutti gli europei sono pronti a lottare per i loro valori, ma anche che molti considerano lo scontro con la Russia una guerra esclusivamente difensiva. «Anche se sono pronti a fare sacrifici, gli europei puniranno i leader politici per ogni azione imprudente».

 

Da:

9 Luglio 2022