FIGLI E FIGLIASTRI

DI MARIO PIAZZA

 

Non credo di mancare di rispetto a nessuno se scrivo che una buona parte del tanto osannato spirito imprenditoriale italico poggia la propria esistenza su fattori molto poco commendevoli come l’evasione fiscale, lo sfruttamento dei lavoratori e le rendite di posizione generate da agganci politici, potentati locali e a volte capitali di dubbia provenienza.
Spiccano nel mondo del privilegio imprenditoriale i 26.689 concessionari del litorale che per un canone proporzionalmente più basso di quello che paga chi vende frutta al mercato prosperano da sempre lavorando pochi mesi l’anno per rivenderci a prezzi inverosimili ciò che in linea teorica sarebbe già nostro in quanto proprietà dello stato, dopo averlo “arricchito” di servizi scadenti fatti di affollamenti inverosimili, ristorazioni penose e cessi sporchi.
Con quale faccia il trio salvin-melon-berluschino prova ancora a ritardare la regolarizzazione di questo scempio pretendendo addirittura un indennizzo per chi non sarà più interessato a una concessione trasformata da albero della cuccagna in normale attività commerciale?
Sì, lo so… Ci sono imprenditori balneari bravi onesti e simpatici che per ben quattro mesi l’anno si fanno un “kiul” come una capanna, ma i bravi onesti simpatici ci sono anche in altre categorie di imprenditori che invece ogni giorno vengono lasciati andare a gambe all’aria senza neppure una pacca sulla spalla.
Siamo un paese assurdo, talmente assurdo da ritenere normali le peggiori assurdità.
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