PENNE E CANNONI

DI PIERLUIGI FERDINANDO PENNATI

 

Un’amica mi ha proposto alcuni spunti di riflessione, tra questi vi era la libertà di stampa nel mondo in relazione alla guerra in corso, così ho cercato dati rispetto all’attuale situazione in Ucraina.
Secondo Reporters Sans Frontières[1], con dati aggiornati a poco prima della guerra (ultimi dati disponibili), l’Italia si colloca al 58° posto mondiale su 180 nazioni valutate perdendo 17 posti rispetto alla stessa valutazione del 2021 (era al 41°)[2], peggio di Paesi come Gambia e Moldavia, l’Ucraina, cui i nostri giornali si affidano quasi in esclusiva per le notizie sul conflitto in corso, al 106° posto, ma va detto che la Russia fa peggio trovandosi al 158° posto, mentre gli USA, altra fonte privilegiata, si trovano al 42° risalendo due posizioni in un anno.
Visto così sembrerebbe che facciamo bene a fidarci di più degli ucraini, anche se va detto che da inizio conflitto le agenzie di stampa nazionali sono state tutte chiuse ed unificate sotto il controllo del governo, ovviamente vige la legge marziale e non possiamo sapere se la nazione sia “scivolata” in classifica, va però osservato anche come le nazioni trattano i giornalisti e per questo sempre Reporters Sans Frontières ci viene in aiuto registrando tutti i giornalisti che i vari governi perseguitano con numero, nomi, ragione della persecuzione e situazione biologica, ovvero se sono solo imprigionati o deceduti[3].
Fortunatamente per l’Italia non ci sono persecuzioni violente e quindi non è in classifica, Russia ed Ucraina, invece si e qui ci sono delle sorprese:
la Russia dittatoriale di Putin ha, secondo il sito, ben 15 giornalisti vittima di persecuzione in atto nel 2022, tutti sono vivi di cui 1 imprigionato nel 2018, tre nel 2019, 4 nel 2020, 2 nel 2021, dei quali uno è stato da poco rilasciato, e 5 nel 2022, dei quali 2 prima del conflitto, risultando “solo” 3 i giornalisti imprigionati dopo l’inizio delle ostilità con l’Ucraina, anche se non possiamo correlare con certezza gli arresti con la guerra in assenza di maggiori dettagli;
curiosamente i giornalisti che risultano vittime di abusi del governo in Ucraina nel 2022 sono ben 18, tre in più della Russia, e tutti perseguitati dopo l’inizio del conflitto, tra questi 7 risultano uccisi, non incolpate me per la notizia è il sito a dirlo, 9 tenuti in ostaggio, forse imprigionati, e 2 “solo” scomparsi.
Il risultato è che la nostra stampa nazionale pur censurando volentieri le notizie di una delle due parti resta comunque ampiamente libera rispetto a chi, da aggressore, ha imprigionato 3 giornalisti e chi, da aggredito, ha “permesso” che 18 scomparissero in breve tempo, agli arresti o morti.
In altre parole se davvero non ci si può fidare di chi imprigiona i giornalisti, dovremmo almeno farlo equamente con tutti, il vero problema è che se tagliassimo le fonti di informazione in base ai giornalisti in prigione altri stati, come gli USA per i quali, pur tralasciando l’accanimento con Assange, dal 2016 ad oggi risultano 7 giornalisti perseguitati, di cui ben 6 uccisi.
Dai dati del sito pare che la guerra non sia circoscritta all’invio delle armi, ma in questo caso le vittime siamo noi.