IL DURO ED IL NULLA

DI GIANCARLO SELMI

 

“Quando i giochi si fanno duri, i duri entrano in gioco”. Le parole di uno dei due protagonisti di uno dei più bei musical della storia.
Una ventina di mesi fa fu così. Conte sbatté i pugni sul tavolo contro le solite manfrine finanziarie europee, chiese la sospensione del patto di stabilità, l’emissione di bond europei, un patto di sussidiarietà e minacciò di “fare da soli”, con tutto ciò che la frase volesse sottintendere. Fu subito affiancato da Sanchez e dallo stesso Macron, inaugurando una snervante trattativa che avrebbe portato alla decisione europea del Recovery Plan.
Oggi è ancora Conte che chiede un Recovery di guerra, un Recovery energetico però, purtroppo, a Palazzo Chigi non c’è più lui. A Palazzo Chigi c’è un signore sopravalutato, un tecnocrate di banche e Confindustria al quale si può chiedere, al massimo, di essere duro con i poveri, rendendoli ancora più poveri, ma non con le istituzioni europee e con i teorici del rigore che hanno ridotto mezza Europa alla fame.
Non se ne farà nulla perché il lucertolone non farà nulla. Lo stesso nulla che si conosce delle sue intenzioni, dei suoi piani per fronteggiare una prossima crisi, energetica ed economica, di dimensioni e conseguenze apocalittiche. Non sto esagerando.
Nulla dice, il dubbio che mi assale è che nulla pensi. Il discorso in Parlamento, applaudito (più di quello, famosissimo, di Churchill nel 1939) da una platea formata quasi esclusivamente da Proci gozzovigliatori ed inutili, è stato contraddistinto dallo stesso nulla, con qualche intermezzo di inesattezze storiche. Applaudito in una forma così plateale dal suo delfino Di Mario, da meritare perfino le attenzioni delle telecamere.
Il duro Conte, in piena pandemia, entrò in gioco e portò a casa il Recovery Plan e la speranza. Il nulla Dio lucertolone, “slinguazzato” dai giornalisti fino alla nausea, santificato perfino da qualcuno eletto in un Movimento a lui alternativo, non porterà a casa nulla che non sia il mantenimento degli utili delle compagnie operanti nell’ambito energetico. Perché nulla gli interessa meno che i problemi degli italiani (esclusi alcuni, pochissimi) dopo la latitanza e la non autorevolezza dimostrata nei giorni antecedenti l’attacco russo, che ci ha relegato ai margini di tutto.
Aridatece Conte.