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DI GIANCARLO SELMI

Draghi venne chiamato a sostituire Conte in piena pandemia, in un momento difficilissimo, per una crisi di governo inventata da un “foruncolo” fastidioso. In una tempesta perfetta, creata ad arte e di sana pianta dallo stesso foruncolo con l’appoggio, determinante, di giornali e televisioni. Qualcuno, prima o poi, dovrà pur spiegare, al netto degli slogan e degli imbecilli richiami alla democrazia presuntamente vulnerata, quali fossero, realmente, i motivi di una crisi di governo scatenata al buio (o forse organizzata) e che, ancora oggi, risulta inspiegabile.
E qualcuno dovrà spiegare in cosa, dopo un anno di attività, questo governo abbia migliorato le condizioni del paese e cosa abbia fatto meglio del precedente. Nessun indice supporta l’ipotesi. Contro un aumento del Pil frutto di un rimbalzo tecnico, come ammesso dallo stesso Draghi e attribuibile al governo precedente, come logica temporale suppone, tutto il resto è andato di male in peggio. Dalla condizione economica media delle famiglie italiane, passando per la qualità della vita, per finire ai dati sanitari e della pandemia.
Le misure introdotte e volute da Draghi, hanno aggravato il divario, già insopportabile, fra ricchi e poveri. Si rimproverava Conte di sprecare risorse a favore dei poveri, non si rimprovera Draghi di aver sprecato risorse, ben più consistenti in favore dei ricchi. Con una differenza sostanziale: i bonus e gli scostamenti di bilancio di Conte, hanno tenuto in piedi i consumi e consentito la crescita attuale. Le misure di Draghi aumenteranno i depositi bancari. Da mettere in conto, inoltre, il rifiuto del lucertolone a predisporre ulteriori scostamenti di bilancio, più che mai necessari nell’attuale situazione. Per non parlare, poi, della situazione pandemica: peggiore di un anno fa, pur con vaccini a disposizione. Con misure assurde che hanno diviso il paese, creato emarginazioni e agevolato i contagi.
Ora, gli stessi che un anno fa ritennero indispensabile l’intervento di Draghi, oggi lo vorrebbero al Quirinale. In un momento ancora peggiore di quello in cui ne reclamarono l’impegno. Come se l’emergenza fosse finita. Cosa che rende ancora più necessario che essi spieghino, finalmente, i motivi veri di quella crisi di governo. E poi, cosa si promise a Draghi, visto che quest’ultimo non ha fatto misteri di volere il Quirinale ed un anno fa sapeva dell’imminenza delle votazioni per il cambio dell’inquilino del Colle?
Un’ultima cosa: sono assolutamente d’accordo con la posizione di Conte. Draghi deve rimanere al governo. Una posizione giusta per tattica politica ed anche per responsabilità. Ciò che non riesco proprio a capire, è la motivazione che spinge qualche esponente dei 5 stelle, a sostenere con tanto fervore la candidatura di Draghi. Fervore neanche più celato e reso evidente dalla faccia scura esibita dopo la riunione con Conte. Ecco, sarebbe interessante che anche questo mistero venisse svelato.