LA NUOVA AUTOFLAGELLAZIONE

DI GIANFRANCO MICALI

 

Il più moderno metodo di autoflagellazione è quello di sintonizzarsi su programmi poco graditi, e io cerco così di espiare ogni tanto i miei peccati.
L’altra sera dovevo sentirmi particolarmente in colpa, al punto di guardare Giletti e Non è L’Arena, assistendo a un numero degno del Mago Forest. Un proditorio attacco al ministro Speranza, che, dai toni del conduttore, credevo avesse commesso minimo minimo un delitto all’arma bianca.
Aveva invece mostrato in conferenza stampa un grafico in cui i rapporti dei disegni tra vaccinati e non vaccinati pare non fosse preciso. Inutilmente il sottosegretario Sileri faceva notare che avrebbe potuto capitare anche a lui la stessa cosa, in quanto si mostrano i grafici e i disegni preparati dagli appositi istituti. Ma c’era la Santanchè che invocava addirittura le dimissioni del ministro.
Nessuno però ha richiesto le dimissioni di Giletti per averci ammannito un insolito numero di no-vax, o no- vax covid, come adesso amano chiamarsi, lanciati in sproloqui da far accapponare la pelle.
In non rapida, ma insistita successione, abbiamo ascoltato Melandri, il motociclista che preferiva il virus al vaccino, un endocrinologo, di cui stentavo a capire i ragionamenti, un matematico che non parlava di numeri ma di medicina, e il cantante Povia, bravissimo a scuotere la testa appena qualcuno in studio faceva un ragionamento sensato.
No, non ricordo chi altro, perché poi sono stato sopraffatto dall’apparizione dell’avvocato Taormina ed altri intervistati, in studio e fuori, che giustificavano e in qualche modo nobilitavano il raduno a Piazza del Popolo, dal quale era poi scaturito l’attacco alla CGIL.
Si è insomma in qualche modo rovesciato il concetto del “diamo voce anche alle minoranze”, con un palese “chi se ne frega delle maggioranze e del buonsenso”.