“SMARTATI”, NELLA GIUNGLA DEL ‘LAVORO AGILE'”

DI redazione

Non è facile muoversi nella giungla del cosiddetto “smart working”. Parola di Giuseppe Mele, da 30 anni esperto di informatica e telecomunicazioni, autore di “Smartati, gli sbandati del lavoro agile, dal telelavoro allo Smart working”, edito da goWare, vero e proprio vademecum per districarsi in un argomento così poco spiegato.
“C’è una sola legge”, spiega Mele, “la 81/17″, di ispirazione renziana, poi approvata e promulgata dal governo Gentiloni. E non parla di Smart working, ma di lavoro agile”.
Ma questo smart working a chi conviene?
“Sicuramente alle aziende. Converrebbe anche ai lavoratori, ma qui siamo in Italia e parlare di lavoratori capi di sé stessi, di premi per merito e tutte queste cose non è per niente facile”.
“D’altronde”, aggiunge Mele, “il lavoro è destinato ad essere solo un’attività e non un luogo”.
Intanto, lavorando a casa, le separazioni sono aumentate del 60%, per non parlare delle violenze…
“È una triste conseguenza. Qui management e sindacati devono rendersi conto e credere nelle potenzialità del lavoro ‘diverso’. Mentre ora si naviga a vista. Questo è il futuro, in Italia non lo si comprende fino in fondo”