LINA, LA REGISTA DEL POPOLO

REDAZIONE

 

Oggi mi ha colpito un titolo di giornale che ricordava Lina come “la regista del popolo“.  Lei ne sarebbe stata fiera e felice.

Sento di dovere a Lina, come ultimo pensiero “social”, anche questo mio umile contributo, in queste ore che aggravano la mia nostalgia di lei. Ho visto infatti che qualcuno si è peritato di “ridurre” la figura di Lina , per fortuna pochissimi, a poche ore dalla sua dipartita.

E’ stato fatto in diversi modi. Uno è quello dell’aneddoto di un piccolo fatto esteso a tratto, falso, falsissimo, ad uso di qualche “like”, di intera personalità. Un altro è l’ironia “contro” di lei, non “assieme” a lei. Un altro ancora è la critica, quantomeno personalissima, a una parte della sua opera.

Ora, io non credo di pensare opportuno, il giorno dopo che muore una grande come lei, che ha trasformato un lavoro maschile come la regia cinematografica in un fatto anche femminile, una signora che ha preso l’oscar alla carriera, fare omaggi di gratitudine solo perché io sono un semplice nipote che l’ha amata tanto. Ma del resto il suo anticonformismo, la sua sfacciataggine usata sempre a mo’ di sfida, la sua ironia, non sempre apprezzata o capita , è stata pure usata contro di lei.

E’ chiaro che se lei diceva una cosa tipo “io non sbaglio mai” lo faceva per provocare. Bastava frequentarla 10 minuti per capire che persona profondamente semplice, generosa e davvero umile fosse. E questa riflessione mi permette di farne un’altra spostandomi sul terreno della produzione artistica. Forse per i suoi trascorsi socialisti – ne approfitto per dire che ancora oggi io penso all’idea socialista come alla più alta e giusta forma mai partorita da mente umana per il governo di una società, magari fosse ancora tra noi – quando il socialismo italiano piano piano si è spostato da De Martino, Nenni e Mancini alla Milano da bere, e oggi difatti certi vecchi socialisti li trovi a destra(!!!!), oppure per la stima incondizionata degli americani, Lina è stata considerata regista “borghese”, diciamo così.

Ecco, allora, vorrei far presente a certi detrattori, che a fronte di una sinistra che davvero soggiornava nei salotti , l’intellighenzia di cui paghiamo le gesta ancora oggi, e non aveva nulla in comune coi cantieri e le fabbriche, che agiva accanto a quella giusta, vera, di chi, come Berlinguer, guardava davvero al popolo, una sinistra che però ha perso piano piano tanta della sua personalità sotto i colpi del renzismo e che è costretta a ritrovarsi, Lina ha sempre e solo parlato di popolo, di operai, di conflitti sociali, di compromessi dolorosi, di fatica del vivere. “I’ so’ vivo…”, dice a se’ stesso, allo specchio, Pasqualino alla fine di una odissea di fango e dolore, guardandosi con occhi invece di vetro, vuoti. Inventando un suo stile ma, che fa dire davanti anche ad un solo fotogramma “questo è un film di Lina”, fatto di ironia e grottesco, ma usato per vestire temi politici e sociali.

E’ semmai un certo cinema davvero borghese, passato come “di sinistra”, che ha raccontato se stesso, magari proprio in qualche camera o cucina, o salotto appunto, di una casa al centro città, ad aver ridotto il suo racconto a storia borghese. E parlo di un certo cinema recente. Non parlo certo di Scola, Magni, Rosi, Petri, Germi, Monicelli, Age, Scarpelli, Lizzani, Maselli, gente vera, di una sinistra vera, che non avrebbe mai abdicato ai suoi valori e al suo impegno sul campo.

Ettore era un uomo elegantissimo ma utile e impegnato per la causa di sinistra come un Che Guevara. Magni era un uomo coltissimo e di gran classe, ma un rivoluzionario, a modo suo, che rendeva con la sua opera il passato un monito politico e sociale ancora vivo per l’attualità.

Lina ha guardato negli occhi e ha raccontato il popolo, gli operai, la gente umile, oppure l’aspro confronto sociale ironizzandoci sopra. Dovevo questo contributo a Lina , che per molti è cosa risaputa, e chiedo scusa di questo, perché è sempre in agguato, se non l’“odiatore”, oppure il “precisatore”, senz’altro il “ridimensionatore” , qui sul social.

Riguardatevi i suoi film. Pasqualino, Gennarino Carunchio, Tutto a posto e niente in ordine, Antonio Soffiantini detto Tunin, i Basilischi….riguardatevi i suoi film, se volete e per piacere, e poi ne riparliamo…..grazie

Massimo Wertmuller