FACCIAMO CHIAREZZA: REVENGE PORN

DI VIRGINIA CIARAVOLO

Revenge Porn , la vendetta porno tradotto letteralmente , possiamo inserirlo come una forma avanzata di cyberbullismo ed un ulteriore deriva della violenza di genere. Con esso intendiamo l’atto di pubblicare online e condividere foto di nudi o di agiti sessuali senza il consenso della persona ritratta nell’immagine. In italia in seguito all’emanazione del Codice Rosso, e’ diventato finalmente crimine. …chiunque dopo averli realizzati e sottratti, invia, consegna, cede, pubblica o diffonde immagini o video destinati a rimanere privati…
Il reato puo’ essere punito con una reclusione pari a sei anni, ed una ammenda che va dai seimila ai quindicimila euro.
Lo stesso vale per chi ha ricevuto o comunque entrato in possesso e li invia, consegna, cede, pubblica o diffonde. La pena aumenta se il colpevole e la vittima sono legati o sono stati legati da relazione affettiva. Ammenda di un terzo se il reato vien perpetuato su persone in condizioni fisiche o psicologiche di infermità o di donna in gravidanza. Il termine per presentare querela e’ di sei mesi.
In quest’ultimo periodo di contagio da Covid-19 e durante il lockdown si e’ assistiti ad una vera e propria impennata di richieste di iscrizioni a siti e chat in cui si immettono e ci si scambia immagini del genere. Complice le molte ore passate al PC, la facoltà di accesso a piattaforme che agevolano e non sempre tutelano, per molte donne e’ cominciato un incubo senza fine. Alcune di loro oltre ad avere l’amara scoperta di essere state immesse su questi siti, si sono ritrovate

violate non solo nel corpo, ma annientate psicologicamente. Molte di queste immagini sono corredate di cellulare, nome e cognome,
email , indirizzo abitativo e luogo di lavoro. I dati della Procura ci parlano che in un solo anno dall’entrata in vigore del Codice Rosso, ci sono state ben 1083 segnalazioni, con un sommerso senza confini di stima. A sfavore gioca l’idea assurda che tutto questo a noi non potrà mai accadere, un po’ come accadeva per lo stalking , quando nei primi anni 90, si immaginava che colpisse solo le persone famose. Il Revenge Porn e’ un vero e proprio attacco alla dignità della donna, che viene vilipesa, tradita nella fiducia, svilita , umiliata. Un attacco maschilista per punire e fermare l’autodeterminazione sessuale femminile che sullo stereotipo della doppia condotta, se sei maschio e ti mostri nudo sei virile, se donna, una poco di buono. Un agito per bloccare l’autonomia di una donna, in nome di quel feudalesimo affettivo che vuole l’uomo padrone in camera da letto e la donna oggetto sessuale da esibire come trofeo conquistato con gli amici al bar. I danni subiti dalla vittima sono ingenti, lesione dell’immagine, violazione della riservatezza, lesione della propria integrità, un vero e proprio stupro mentale che porta ne 50% delle vittime al desiderio di porre fine alla propria vita. Il reato e’ presente sia negli adulti che nei minori, senza differenze statistiche di rilievo. E’ di fondamentale importanza che ognuno di noi, comprenda bene da che parte stare e chi e’ responsabile, poiché la vittima potrebbe subire una vittimizzazione secondaria dovuta ad un ulteriore giudizio di chi si arroga il diritto di lottizzare le donne, a secondo di cosa indossano, di cosa pensano, di come si muovono e agiscono.
Virginia Ciaravolo psicoterapeuta-criminologa