IL PIL NEL TERZO TRIMESTRE CRESCE DEL 16,1%, RISPETTO AI TRE MESI PRECEDENTI

DI VIRGINIA MURRU

 

Si tratta di dati comunicati dall’Istat, e vanno oltre ogni ottimistica previsione. Viviamo tempi di austerità, dietro gli avamposti di questa guerra in sordina – sfida durissima – in primis sul versante sanitario, dove diventa sempre più arduo difendere da questa trincea gli assalti micidiali del virus, e poi in quello economico, bersagliato come non mai dalla ‘guerra del millennio’, con un nemico invisibile che ha già esatto troppe vittime.

Il dato diffuso dall’Istituto Nazionale di Statistica sorprende non già perché gli analisti si attendessero le stesse sconfortanti performances del trimestre precedente (chiuso con Pil a -13%), che era l’inesorabile riflesso delle conseguenze causate dal lockdown, semplicemente si prevedeva un recupero più contenuto, dell’ordine di +13%, e invece questo dato sembra un invito a non cedere mai all’arresa. Il risultato sul Pil ha superato anche le previsioni della Banca d’Italia, che non era andata oltre +12%.

L’Istat rende anche noto che il tasso di disoccupazione diminuisce, e va a 9,6%, la situazione è ancora critica per i giovani, il cui tasso è al 29,7%.

Il Pil aumenta rispetto al precedente trimestre, ma resta tuttavia una contrazione critica del 4,7% su base annua, ossia in termini tendenziali, il cui dato acquisito per il 2020 è fissato a -8,2%. Il dato del terzo trimestre 2020 (relativo al Pil), come precisa l’Istat, è corretto per gli effetti del calendario e destagionalizzato, espresso in valori concatenati e con anno di riferimento 2015.

Per il Governo, e in particolare per il titolare del Mef, Roberto Gualtieri, l’inatteso dato del Pil, è una ragione in più per spingere l’acceleratore sui numerosi problemi che assediano l’economia del Paese. Forse non ci si rende conto che il Mef, sul piano economico, è diventato una sorta di ‘ministero per la guerra’, di questi tempi, un meccanismo che ogni giorno deve fare fronte alle devastazioni che il Covid-19 sta causando, intervenire più o meno tempestivamente dove si avverte l’urgenza, gestire le risorse finanziarie con estrema attenzione e competenza, perché la deriva è sempre dietro l’angolo.

E’ in gioco la tenuta del tessuto produttivo della nazione, e se diversi sono i motivi che creano sconquasso nelle finanze dello Stato, ci sono anche fonti nuove alle quali si può attingere per neutralizzare i tanti colpi causati dall’imperversare della pandemia, con i costi enormi che ogni giorno presenta.

Intanto, una decina di giorni fa, il Consiglio dei Ministri ha approvato tramite un disegno di legge l’appuntamento annuale con il Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2021, nonché il bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023, come informa il Mef con i suoi comunicati nel sito ufficiale.

E’ stato già trasmesso alla Commissione Ue il ‘Draft Budgetary Plan’, ossia il Documento Programmatico di Bilancio 2021. Si dovrebbe proseguire in sicurezza, almeno in termini economici, nonostante il dissesto al quale tutti assistiamo.

L’economia è legata a doppio filo all’esito dei contagi, al modo in cui si riuscirà a contenerli con efficacia, dentro il Paese e fuori dai confini, dato che si tratta di pandemia e la tragedia è globale. La ripresa economica dipenderà in gran parte dalla sfida vinta dalla Scienza contro il virus, e dunque dalle vaccinazioni, in programma per i primi mesi del 2021. E’ una guerra contro il tempo, perché vincerla significa in primo luogo interrompere questo micidiale stillicidio di vittime.