COVID, LAMENTARSI DEI DECRETI SERVE A QUALCOSA?

DI ALESSANDRO GILIOLI

1. Sì, il Dpcm ha lo scopo precipuo di alzare il livello di allarme diffuso e di modificare i comportamenti in termini di mobilità e di socialità, il che è sacrosanto. Non è questione di technicalities su orari e altro, è semplice questione di alzare l’allarme sociale e modificare i comportamenti di massa. Era l’altro ieri quando sono entrato in un ristorante di Peschiera Borromeo, ho chiesto un tavolo distanziato e mi hanno risposto “no, stasera distanziato no, c’è una cresima”, quindi ho voltato il capino e ho visto trenta persone divise in tavoli da sei ma trenta persone, inclusi ragazzini che correvano tra i tavoli. Non è che “per lo Stato il virus circola dopo le 18 ahahah!”, come ha scritto ironicamente qualche cretino, è che se non si alza robustamente l’allarme sui comportamenti, le uscite e la socialità avremo presto ospedali che scoppiano e medici che devono scegliere chi far morire chi no.

2. Si poteva alzare l’allarme sociale e provare modificare i comportamenti di tutte e tutti senza l’orgia di Dpcm e di divieti orari? Sì, se l’essere umano non fosse un legno storto da cui non si costruisce nulla di dritto, quindi se le persone capissero da sole che cosa è utile a tutti (incluse loro stesse) senza bisogno di essere trattate come bambini. Ma così non è, o almeno non lo è in una quota di popolazione sufficiente a creare disastri a se stessa e a tutti gli altri.

3. Chi da giugno a oggi si è comportato come se il virus non esistesse più ora dovrebbe stare zitto – e forte è la tentazione di dire che dovrebbe essere anche escluso dai risarcimenti.

4. Lamentarsi dei Dpcm, se ti vanno a ridurre o azzerare il reddito, è non solo umano ma anche ovvio, ci mancherebbe. Ma c’è una ricetta alternativa perché tutta la società non vada in rovina? Voglio dire, chi è colpito nel reddito pensa che lasciare tutto aperto migliorerebbe la sua situazione sul medio termine o capisce che sarebbe devastato peggio? Tipo, se io sono un ristoratore giustamente mi incazzo se mi chiudono il locale, ma capisco che se tutti i potenziali clienti o muoiono o restano senza reddito poi è peggio anche per me? Si capisce che la questione quindi è solo ed esclusivamente l’efficace e immediata erogazione dei cosiddetti “ristori”, cioè attraverso quella cassa comune che è lo Stato i cittadini non colpiti economicamente dal virus sostengono quelli che invece sono colpiti?

5. Poteva andare meglio? Sì, poteva andare meglio. Con un modello di tracing universale davvero funzionante e con l’obbligo di fatto di scaricarlo. Non è stato fatto, lo Stato aveva paura di essere considerato Grande Fratello, le regioni hanno fatto casino con Immuni, la gran parte della popolazione ha snobbato Immuni o perché è uscito quando secondo alcuni il virus era “clinicamente morto”, o perché non sapevano manco che esistesse, o perché avevano paura dello “Stato spione nel mio telefonino” (questa fa ridere, ma quante volte l’ho sentita), o perché lo Stato stesso non ha investito abbastanza nel promuovere la app e nel farla funzionare bene con le connessioni con le Ats, il trattamento del dopo notifica di contatto, l’aumento dei tracciatori che oggi non sono abbastanza per inseguire tutti etc. Così è andata e le colpe sono diffuse. Ci sarebbe stato da investire massicciamente su questa cosa perché è l’unica che differenzia davvero dalla reazione alle epidemie degli ultimi tremila anni, cioè stare chiusi in casa. Non so se ha ancora un senso, penso di sì, il fatto che il tracing individui troppo poco l’epidemia non mi pare un buon motivo per snobbarlo, semmai per ingigantirlo.