A R. WILSON E PAUL MILGROM IL PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA 2020

DI VIRGINIA MURRU

Il Nobel per l’Economia 2020 è stato assegnato a due ricercatori americani – Paul Milgrom (72 anni) e Robert Wilson (83 anni).  ‘Tanto per cambiare’, verrebbe da pensare, dato che gli Usa, per dirla con una metafora, fanno solitamente la parte del leone all’Accademia Reale di Stoccolma, in tutte le discipline dello scibile umano.

Lo scorso anno a vincere il Nobel Prize for Economics, furono altri tre ricercatori americani, Abhijit Banerjee, Esther Duflo, Michael Kremer, per l’approccio sperimentale nella lotta alla povertà globale, tutti e tre docenti di prestigiose Università americane, quali MIT (Massachussets Institute of Technology) e Harvard University.

I due americani ai quali quest’anno è stato attribuito l’ambito riconoscimento, sono legati da un lungo rapporto di amicizia e collaborazione nella ricerca, P. Milgrom è stato uno studente di R. Wilson, con il quale il primo diversi anni fa (una cinquantina..), ha discusso la tesi di laurea. E non è il primo, dato che Wilson si sta rivelando una miniera, un’officina per forgiare candidati al Premio Nobel, non a caso Milgrom è il terzo studente ad essere stato insignito del Premio. Entrambi sono docenti alla Stanford University.

Quest’anno la prestigiosa ‘corona d’alloro’ è stata però riconosciuta anche all’insigne Maestro Robert Wilson (professore emerito e distinto di Management, con importanti contributi in questo ambito e in Economia Aziendale), e bisogna dire che sul merito c’è poco da discutere a questo punto.

Secondo la motivazione espressa dalla Royal Swedish Academy of Sciences, i due ricercatori sono stati premiati per avere affinato e migliorato gli studi e la ricerca sulla Auction Theory, ossia la ‘Teoria delle Aste’, inventando nuovi format per la vendita di beni difficili da collocare in modo tradizionale. Si tratta in definitiva di una ricerca sulla diffusione di un fenomeno che sta caratterizzando il terzo millennio,  nella fattispecie le aste online.

Ma ovviamente riguarda anche i prodotti finanziari, con l’osservatorio puntato sul comportamento e reazione degli attori nelle aste, un ramo dell’economia che negli ultimi decenni viene scandagliato in profondità, per tentare di comprendere anche gli aspetti meno evidenti, le loro implicanze ed influenze sul quotidiano.

Ovunque nel web imperversa la diffusione delle aste, quasi fenomeno di costume delle società moderne, certo un’attrattiva comune che spinge il soggetto in questi versanti, con la convinzione che il risparmio è quasi certo, basta servirsi di piattaforme online che offrono un elevato grado di sicurezza; si può così spaziare su tanti segmenti di mercato, con una vasta scala di prodotti. L’asta è un mezzo ‘virtuale’ che consente però l’acquisizione concreta del bene sul quale in qualche modo si punta, di norma con un prezzo inferiore rispetto al suo valore effettivo.

Il professor Wilson ha sviluppato una teoria per l’asta dei cosiddetti ‘oggetti con un valore comune’, che non è certo prima dell’asta, e alla fine si uniforma per tutti. Solitamente, secondo le teorie dimostrate da Wilson, il puntatore razionale tende a fare offerte che superano il valore comune. Dunque sarebbero influenzati dalla nota ‘maledizione del vincitore’, che li porta a spendere più del dovuto, e quindi a perdere. All’attivo dei due ricercatori gli studi sulla tariffazione non lineare, che ha condizionato l’industria dell’energia.

Paul Milgrom è esperto nella ‘game theory’, con affinamento nella ricerca riguardante la teoria delle aste e strategie dei prezzi, nonché colui che ha messo a punto il teorema ‘no trade’. Tante le ricerche portate avanti insieme al prof. Wilson, tutte interessanti per le strategie che regolano le aste.

Il Premio Nobel per l’Economia non era stato previsto quando alla fine degli anni ’60 fu istituita la Fondazione Nobel, ma più avanti è invalsa la consuetudine a premiare anche le menti più eccelse che si distinguono per i loro studi scientifici in questo ambito.