L’ABISSALE PROFONDITÀ DELL’UNIVERSO FEMMINILE

DI GABRIELLA CANFAROTTA

Le donne e i gatti sono più simili di quanto non si pensi. Partiamo da una riflessione. A chi gli chiedeva come si diventasse scrittori, Primo Levi rispondeva che occorresse osservare i gatti e da loro imparare la vita degli uomini per poi raccontarla avendone compreso dai felini qualche mistero in più.

L’umanità attuale, oggigiorno forse più che in passato, ha molto da imparare o reimparare ex novo dai gatti e in generale dalla natura e il mondo animale, poiché vivendo accanto a loro potrebbe senz’altro riscoprire la propria umanità perduta se non perfino a molti, specialmente giovani e giovanissimi, del tutto sconosciuta, direi ignota.

Se il gatto di casa potesse parlare ne direbbe proprio delle belle… Psicologo per eccellenza ma pur sempre felino e selvatico, chissà dove farebbe leva se intendesse farti cambiare idea o fare in modo che le tue ‘spontanee’ intenzioni a suo svantaggio finiscano prima o poi a corrispondere ‘casualmente’ con il suo interesse specifico.

I gatti sanno essere anche sibillini, come per l’appunto certe donne che sanno esattamente sia quel che vogliono che come ottenerlo col minimo sforzo.

Una gatta, ad esempio, guarderebbe il suo datore ci cibo, (mai sentirsi padroni di un gatto), con occhi languidi di innamorata e con un miagolio accoratore lo potrà addirittura convincere a farla salire sul suo letto per dormire accanto a lui, addormentandosi tra fusa e unghie estratte e ritratte armoniosamente a ogni respiro che naturalmente farebbe in modo di far coincidere col suo per stregarlo ancora di più.

Per un gatto, così per una donna, non esiste un padrone che gli possa dare ordini. Questo animale mitico, misterioso e affascinante sembra conoscerti già prima di incontrarti e ti sceglie come partner soltanto quando e se ha stabilito un rapporto fiduciario con te in quanto già sa istintivamente che gli darai tutto ciò che gli occorrerà per vivere sereno rendendolo appagato, ossia felice e sfamato in termini di cibo ricevuto, di un tetto sotto cui ripararsi in ogni stagione, di coccole a profusione e soprattutto di giochi sempre nuovi senza i quali non si sentirebbe realizzato e potrebbe addirittura andare via inseguendo altrove la felicità.

Proprio come quelle donne che lasciano certi mariti quando non si sentono più amate.

Mamma gatta, tanto per fare un altro esempio concreto, educa i suoi gattini fino allo svezzamento e gli insegna a vivere a suon di morsi e di zampate senza alcun aiuto del maschio, che dopo il parto, al limite gli torna utile soltanto riguardo il controllo del territorio.

Un territorio che essa stessa si è scelta per allevare in tutta tranquillità la prole e vivere coi suoi cuccioli senza essere punto disturbata. I maschietti -e non soltanto tra i gatti- infatti, in natura sono per natura un po’ tontarelli.

Rispetto alle femminucce i gatti maschi non hanno una dimora fissa e assoluta e spesso finiscono col dormire all’addiaccio, sempre che non si siano perduti o siano finiti male prima di tornare alla base che si sono scelti, ovvero dove possono cibarsi. Proprio come fanno anche certi uomini.

Le gatte invece, così come le donne in generale, non le puoi fregare. Non pensarci neanche: loro hanno anche le premonizioni oltre che i sensi espansi dal settimo a trentesimo.

Sensi e abilità che alla maggior parte degli uomini mancano.

Loro, le gatte, ti sanno rapire con la tipica dolcezza interessata e subdola di quelle donne che per raggiungere i propri obiettivi hanno imparato o hanno sempre saputo per istinto come e quando utilizzare al meglio ogni risorsa sia naturale che mentale, ma soprattutto, passatemi il termine, che sanno usare rimedi addirittura diabolici.

Forse per questo si dice che le donne ne sanno una più del diavolo.

Come le gatte, una sorta di intelletto superiore, le donne l’hanno acquisito con l’esperienza unita all’istinto di sopravvivenza, pure se a dirla tutta, a differenza delle gatte, non tutte quante le donne sembrano possedere più questa dote preziosa, o meglio, sono in molte che hanno perduto gran parte delle loro virtù e, fatto ancor più grave, neanche le ricercano perchè si sono autoconvinte o sono state indotte erroneamente a pensare che non servono a nulla.

E tutto ciò accade nonostante la storia ci abbia insegnato che laddove le donne abbiano rappresentato in passato il pilastro di una società, quella sia stata destinata a progredire e a svilupparsi, mentre di contro, in questo mondo attuale lasciato agli uomini e a donne che hanno perso oltre all’istinto la propria personalità e ogni virtù, non si sia fatto altro che guerre in quanto senza l’apporto delle donne migliori e più coraggiose e ostinate, la società è andata sempre più incontro all’imbarbarimento, così come senza la presenza di gatti in città, i topi ballano allegramente.

E allora, amiche mie, che pensate di non essere considerate e credete di non essere importanti: diamoci da fare! Perché in realtà, senza il nostro concreto apporto, l’Italia non potrà rialzarsi e risorgere. E se lo farà, sarà come un fuoco fatuo destinato a spegnersi.

Senza di noi, non potrà mai esserci quella resurrezione morale e umanistica che tutti anelano ma solo in pochi sperano e ancora di meno provano a promuovere e realizzare lottando contro i mulini a vento. Senza di noi, il Paese è destinato a sprofondare sempre più!