NINNI CASSARA’, UNO “SBIRRO” CHE COSA NOSTRA FECE TACERE

DI CRISTINA PEROZZI

Antonino Cassarà detto Ninni fu vicequestore della Polizia di Stato e stretto collaboratore di Giovanni Falcone e del “pool antimafia”.
Sposato e padre di tre figli, venne ucciso nel 1985, all’età di 38 anni.

Il 6 agosto 1985, mentre dalla questura si recava a casa a Palermo scortato da due agenti, scese dall’Alfetta per raggiungere il portone quando un gruppo di nove uomini armati di fucile AK-47, gli sparò a raffica dalle finestre dell’edificio di fronte.

L’agente PS Roberto Antiochia, uscito dall’auto per aprire lo sportello a Cassarà, morì sul colpo. Natale Mondo, l’altro agente di scorta, restò illeso, riparandosi sotto l’Alfetta bersagliata dai colpi, ma verrà ucciso in un altro agguato il 14 gennaio 1988.

Cassarà morì sulle scale di casa tra le braccia della moglie Laura, mentre in questura la sua agenda personale veniva fatta sparire.

Il 17 febbraio 1995 la III sezione della Corte d’Assise di Palermo condannò all’ergastolo Totò Riina, Bernardo Provenzano, Michele Greco, Bernardo Brusca e Francesco Madonia come mandanti del delitto.
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