DA REDAZIONE
La Nuova Normalità:
Quando il Cancro al Seno Rimodella la Vita.
Il cancro al seno irrompe nella vita di una donna come un terremoto, spazzando via la normalità preesistente. Non è solo una malattia fisica; è un evento esistenziale che resetta completamente l’orologio biologico, emotivo e sociale. Le certezze svaniscono, sostituite da un’incertezza opprimente. La quotidianità, un tempo fatta di gesti automatici e routine consolidate, si frantuma in un labirinto di appuntamenti medici, terapie debilitanti e la costante spada di Damocle della recidiva.
La vita privata viene stravolta. Il corpo, un tempo familiare, diventa un campo di battaglia segnato da cicatrici visibili e invisibili. La femminilità stessa è messa in discussione, minata dalla perdita dei capelli, dalle alterazioni ormonali, dalla mastectomia o dalla quadrantectomia. La relazione con il partner, se presente, è messa a dura prova, oscillando tra la comprensione e la frustrazione, tra la vicinanza e la distanza. La famiglia, pur rappresentando spesso un porto sicuro, può involontariamente acuire il senso di diversità e fragilità.
Anche la sfera sociale subisce un contraccolpo violento.
Gli amici, a volte impacciati di fronte a una realtà così difficile da comprendere, possono allontanarsi per timore o inadeguatezza. Gli sguardi degli altri, spesso carichi di una malcelata pietà, ricordano costantemente la nuova condizione di “malata”. Il ritorno al lavoro, se possibile, è costellato di incertezze e della necessità di ridefinire il proprio ruolo professionale in un contesto fisico ed emotivo mutato.
Eppure, in questo scenario di sconvolgimento, inaspettatamente, può emergere una nuova forma di normalità, un nuovo senso di agio.
Paradossalmente, questo l’ ho trovato mentre faccio la chemio .. si in quel corridoio, tra le mura asettiche, tra gli odori pungenti dei disinfettanti e l’attesa condivisa, si crea un’inattesa comunità. I medici, gli infermieri, con la loro competenza e umanità, diventano punti di riferimento stabili, guide esperte in un territorio sconosciuto.
E poi ci sono le altre pazienti. Donne che condividono la stessa battaglia, lo stesso percorso accidentato. I loro volti, segnati dalla stanchezza ma illuminati dalla resilienza, diventano familiari. Le loro storie, fatte di paure, speranze e piccoli, grandi trionfi, risuonano profondamente. Insieme, si condividono gli effetti collaterali delle terapie, l’ansia dei controlli, la gioia di un esame andato bene. Non c’è bisogno di spiegare, di giustificare. Ci si capisce al volo, con uno sguardo, un sorriso Solidarietà silenziosa, ma potente.
In questo microcosmo oncologico, gli “gnicchi” della vita quotidiana, le piccole frustrazioni che un tempo sembravano insormontabili, perdono la loro centralità. Gli sguardi non sono di pietà, ma di comprensione, di mutuo incoraggiamento. Si rema tutte nella stessa direzione, con la consapevolezza che la fragilità unisce e la condivisione alleggerisce il peso.
Questa “nuova normalità” non cancella la sofferenza, né la paura. Ma offre un nuovo orizzonte, fatto di legami autentici, di una ritrovata consapevolezza del valore della vita, di una forza interiore inaspettata. È una normalità diversa, certo, segnata dalla malattia, ma anche dalla solidarietà, dalla speranza e dalla profonda umanità che fiorisce anche nel luogo più inatteso. È la scoperta che, anche quando il cancro ti toglie la vecchia normalità, la vita trova sempre nuove forme per continuare a germogliare.
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Giovanna Passariello, da Mediavox Magazine