DI GUIDO SARACENI
Ho sostenuto l’esame di maturità nel secolo scorso.
Quell’anno il Festival di Sanremo lo vinse Enrico Ruggeri, con il brano Mistero; i Radiohead pubblicarono il loro album di debutto Pablo Honey, che conteneva la splendida Creep; il Grunge era la nostra fede e Kurt Cobain il suo profeta.
I carabinieri arrestarono Totò Riina dopo ben 24 anni di latitanza.
Alcuni mesi dopo, la mafia iniziò a reclamare l’attenzione dello Stato, inviando a chi di dovere segnali di grande insofferenza: fece esplodere una bomba a Roma — fortunatamente senza vittime — una a Firenze, uccidendo 5 persone e ferendone altre 4, e infine una a Milano, causando ancora 5 morti e 12 feriti.
La Prima Repubblica stava iniziando a crollare sotto i colpi della Magistratura:
Ad aprile, Bettino Craxi, il potente segretario del Partito Socialista, venne accolto davanti all’Hotel Raphael da una folla inferocita che gli lanciava monetine in segno di disprezzo.
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Non avevamo telefoni cellulari.
Non avevamo televisioni satellitari.
Non avevamo internet.
Berlusconi doveva ancora “scendere in campo”.
Francesco Totti aveva appena esordito in Serie A — a 16 anni.
Io ero perdutamente innamorato di una mia compagna di classe ragion per cui credo di aver fatto al massimo due assenze in tutto il quinto anno.
Mi preparavo agli esami studiando durante il giorno e uscendo la sera: per lo più andavo a fare un giro all’EUR per bere una birra e fare quattro chiacchiere con il mio amico M.
Ci sedevamo sulla scalinata in fondo a Viale Europa e immaginavamo il futuro: io avvocato e lui architetto.
Totale: la mia compagna di classe si è sposata e ha fatto due figli — ovviamente con un altro;
io non ho mai fatto l’avvocato, lui non ha mai fatto l’architetto…
Di quello che sognavamo è rimasto davvero poco.
“La vita è ciò che ti capita mentre sei impegnato a fare altri piani”, cantava John Lennon.
Tutto questo per dire ai ragazzi di oggi che l’esame di Stato resterà per sempre uno dei ricordi più belli della vostra vita.
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Cari ragazzi, per quanto possa sembrarvi assurdo ora, per quanto possa sembrarvi una minaccia, vi assicuro che nei prossimi anni rimpiangerete la scuola.
Perché dopo la maturità si inizia a fare sul serio.
Il mondo diventerà ogni giorno più competitivo e complicato.
Inizierete ad avere sempre più responsabilità e sempre meno diritti.
Ma non è davvero il caso di pensare a questo, ora.
Adesso è il momento di celebrare la vostra gioventù, è il momento di sostenere questo benedetto esame e poi godervi alla grande l’estate del grande salto.
Date retta al prof:
se volete essere felici “da grandi”, abbiate il coraggio di essere voi stessi, ora.
Inseguite i vostri sogni;
difendeteli senza pietà.
E ricordatevi sempre che gli esami si affrontano come i lupi di mare affrontano l’oceano:
rispetto, ma nessuna paura.
23.6.2025
Tempus fugit
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Prof. Guido Saraceni, dal suo blog personale