DI PIERO ORTECA
Da REMOCONTRO –
L’America di Trump nell’attacco israeliano contro l’Iran. Che non ha colpito solo i siti nucleari degli ayatollah, batterie antiaeree e impianti radar, ma eliminato figure-chiave del regime. Per l’ampiezza e la complessità delle operazioni (dall’uso di superbombe ‘bunkeruster’ fino all’assistenza satellitare per la navigazione, e la definizione chirurgica dei bersagli), gli israeliani non possono avere agito da soli
“Fa differenza? Tantissima. Perché il “pacificatore” Trump, seguendo le sue bizze, adesso si è cacciato (e forse ci ha cacciati tutti) in un vero ginepraio.”
“Euroignavi” e due despoti folli (il terzo gode)
Nessuno può prevedere gli immediati sviluppi della crisi, cioè ‘come’ e ‘quanto’ reagiranno gli iraniani. Hanno molti modi per ‘far male’, e non solo agli israeliani. Cominciando dalla eventuale ‘chiusura’ dello Stretto di Hormuz, da dove passa circa il 30 per cento del traffico mondiale di greggio. «Un conflitto armato su vasta scala tra Israele, Stati Uniti e Iran chiuderebbe sicuramente lo Stretto di Hormuz, almeno per un certo periodo di tempo, e farebbe salire i prezzi del petrolio», ha detto alla Reuters l’associazione marittima BIMCO e riportato il think tank Al Monitor. Arne Rasmussen, analista di Global Risk Management, in un post su Linkedin ha affermato che la chiusura dello Stretto di Hormuz sarebbe un ‘vero incubo’ per il mercato petrolifero. Nel 2024, quasi 16,5 milioni di barili al giorno di greggio e condensato – provenienti da Arabia Saudita, Iran ed Emirati Arabi Uniti – hanno attraversato lo Stretto, secondo i dati Bloomberg. Assieme al 20% del gas naturale liquefatto mondiale proveniente dal Qatar.
Due “despoti folli” contro gli “euroignavi”
Se il risvolto negativo più immediato dell’attacco israeliano dovesse essere proprio questo, l’acquiescenza (se non la vera e propria complicità) di Trump con Netanyahu metterebbe soprattutto l’Europa a dura prova, sottoponendola a un altro stress di tipo energetico. Soprattutto, lo scoppio di una guerra del Golfo (che a questo punto non si può escludere) spariglierebbe i fragili equilibri e le ‘linee rosse’ di altre aree di crisi. Un rilancio dei prezzi dell’energia, causato dall’eventuale ‘tappo’ al collo di bottiglia di Hormuz, per esempio, favorirebbe l’export di Putin e la sua capacità di finanziare il conflitto in Ucraina. Certo, tutto dipende dalla reazione iraniana e, soprattutto, dal ‘decision making process’ che studia e mette in moto le strategie del regime.
Iran, transizione interna critica
In questa fase, si è già scatenata la lotta per la successione ad Alì Khamenei, 86 anni, la Guida Suprema. Non siamo sicurissimi che tutto dipenda sempre da lui. La fazione degli ‘intransigenti’ (il Corpo delle Guardie rivoluzionarie) è in pratica uno Stato nello Stato, e cerca lo scontro con l’Occidente. Il blocco moderato, ‘trattativista’, che pesca nel vecchio ‘Partito del Bazar’, rappresentato dal Presidente Masoud Pezeshkian, punta invece a un accordo sul nucleare, per aggiustare la traballante economia. Ora, di fatto, il feroce attacco israeliano ha indebolito i riformisti e ridato, invece, fiato ai ‘duri e puri’ che cercano il martirio. Questo significa che se gli estremisti riusciranno a dimostrare quello che, a prima, vista sembra palese, e cioè che gli americani hanno collaborato all’operazione di bombardamento, allora potrà succedere di tutto e l’escalation è assicurata.
“Ieri, la voce quasi ufficiale del regime, il Teheran Times, ha pubblicato con grande evidenza 10 “chiarimenti” sull’attacco, che vanno interpretati, perché offrono utili chiavi di lettura.”
La 10 domande chiave sull’accaduto
- Gli attacchi hanno preso di mira aree residenziali e siti civili? Sì. Rapporti e immagini confermano che, almeno a Teheran, sono stati colpiti diversi complessi residenziali ed edifici non militari.
- Durante gli attacchi sono rimasti uccisi o feriti anche dei civili? Sì. Decine di civili sono stati uccisi o feriti, anche se il numero ufficiale delle vittime non è ancora stato reso noto. Tra le vittime ci sono donne e bambini.
- Quali scienziati nucleari iraniani sono rimasti uccisi nell’attacco? Secondo alcune fonti, sono stati uccisi almeno sei scienziati nucleari, tra cui Abdolhamid Minouchehr, Ahmadreza Zolfaghari, Seyed Amirhossein Feqhi, Motlabizadeh, Mohammad Mehdi Tehranchi e Fereydoun Abbasi.
- Gli Stati Uniti erano a conoscenza in anticipo dell’attacco israeliano? Sì. Stando alle dichiarazioni dello stesso Trump, gli Stati Uniti ne erano a conoscenza.
- Gli Stati Uniti sono stati coinvolti o hanno contribuito all’attacco di Israele? Sebbene gli Stati Uniti non abbiano ammesso ufficialmente di collaborare con Israele, ci sono segnali di un coinvolgimento, come il rifornimento di carburante di petroliere americane in funzione vicino all’Iran 24 ore prima dell’attacco, insieme a resoconti non ufficiali che suggeriscono un coordinamento tra Stati Uniti e Israele.
- Quali leader militari iraniani uccisi negli attacchi? Finora l’Iran ha confermato il martirio del Maggior Generale Mohammad Bagheri (Capo di Stato Maggiore delle Forze Armate iraniane), del Maggior Generale Hossein Salami (Comandante delle Guardie della Rivoluzione islamica) e del Maggior Generale Gholamali Rashid (Comandante del Quartier Generale di Khatam al-Anbiya).
- L’Iran reagirà contro Israele? Tutti i segnali indicano una forte risposta. Il leader della Rivoluzione Islamica, l’Ayatollah Seyyed Ali Khamenei, ha avvertito: ‘Il regime sionista dovrebbe aspettarsi una dura punizione. La mano potente delle forze armate iraniane non li lascerà impuniti, se Dio vuole. Molti dei nostri comandanti e scienziati sono stati martirizzati in questo attacco, ma i loro successori porteranno avanti la loro missione. Commettendo questo crimine, il regime sionista ha segnato il proprio amaro destino e ne pagherà il prezzo’.
- Quale impatto sui colloqui sul nucleare tra l’Iran e gli Stati Uniti? Poco dopo l’attacco, Trump ha esortato l’Iran a riprendere i negoziati. L’Iran non ha ancora rilasciato una risposta ufficiale in merito, ma gli attacchi probabilmente faranno fallire l’imminente sesto round di colloqui, probabilmente ritardandoli a tempo indeterminato.
- Quali armi ha utilizzato Israele nell’attacco? I rapporti indicano che Israele ha lanciato missili principalmente da jet stealth F-35. Ci sono anche affermazioni non verificate secondo cui sciami di droni potrebbero essere stati utilizzati per attacchi di precisione.
- Quali parti dell’Iran sono state prese di mira? Gli assalti confermati hanno colpito Teheran, Tabriz, Isfahan, Hamedan, Ahvaz, Khorramabad, Kermanshah e Qasr-e Shirin.
Il rapporto Onu
Bisogna solo aggiungere, per completezza di informazione, che ‘quasi a orologeria’, in concomitanza con l’attacco, è apparso, un rapporto ONU di condanna dell’Iran (ma votato a maggioranza) che ribadisce però notizie vecchie di anni (l’arricchimento al 60 per cento) e ‘tracce’ di arricchimento all’87 per cento. Ancora più importante, sia il Ministro della Difesa Usa Pete Hegseth, sia il suo Capo di Stato maggiore congiunto, Dan Caine, hanno ribadito davanti al Congresso che l’Iran «potrebbe avere in futuro qualcosa che assomiglia a una bomba atomica».
“Qualcosa che assomiglia a una bomba atomica”
“Ma per ora l’Iran non ha il resto di niente. E, ‘last but not least’, Hegseth ha citato (per l’ennesima volta) l’ultimo rapporto dell’Intelligence americana (marzo 2025): «Tranquilli, nessun allarme». A questo punto Trump che farà? Chiuderà anche i suoi Servizi segreti, che non la pensano come lui?”
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Articolo di Piero Orteca dalla redazione di
14 Giugno 2025