DI PIERLUIGI FERDINANDO PENNATI
War games (giochi di guerra)

Nonostante la censura dei nostri media, qualche notizia trapela e, senza scomodare troppe testate estere, ADN Kronos, per una volta, riassume in modo abbastanza efficace la situazione in Ucraina, pur non citandola direttamente.
Nei fatti (e forse per interesse strategico, chissà), gran parte degli analisti statunitensi che contano, condannano apertamente l’attacco ucraino in profondità alla Russia con i droni e, dopo i primo paragoni con Pearl Harbor del 1941, ora non usano mezzi termini per dire che un po’ in tutto il mondo le persone non sono consapevoli del fatto che però questo evento ci ha avvicinato in modo molto pericoloso ad “una guerra nucleare più di quanto non lo siamo mai stati”.
ADN Kronos riporta che Dan Caldwell, influente consigliere per la politica estera, afferma “Non è negli interessi dell’America che l’Ucraina attacchi le forze nucleari strategiche russe il giorno prima di un altro round di negoziati”, “Il raid ha il potenziale di creare una spirale di escalation e apre il rischio di un confronto diretto fra la Russia e la Nato. Gli Stati Uniti non devono solo prendere le distanze da questo attacco ma porre fine a qualsiasi forma di supporto che possa direttamente o indirettamente aprire la strada ad attacchi contro le forze nuclari strategiche russe”.
Ciò fa presupporre che gli USA, o fingono di non sapere nulla per addossare tutta la responsabilità a Zelensky e tenersi lontani dal conflitto sul campo, o, davvero, non sapevano ed ora sono spiazzati tanto quanto i russi e, secondo la versione russa della conversazione Putin-Trump, la discussione a sorpresa appena successiva ai fatti, i due non avrebbero approfondito il tema di una soluzione comune per l’Ucraina, con la probabile sorta di spartizione lasciata intendere in precedenza, confermando, però, la disponibilità russa a proseguire i negoziati con Kiev, questa volta apertamente dichiarata come “terrorista”.
Attacchi ucraini definiti “terroristici”
In effetti la definizione non si allontana di troppo a quella standard per il tipo di azioni condotte, in particolare notiamo come l’assalto ai ponti ferroviari sono avvenuti in concomitanza con il passaggio di treni civili producendo 7 (sette) morti e molti feriti tra la popolazione russa, facendo pensare che i tre episodi, di cui solo due andati a segno, non siano stati un semplice atto di sabotaggio di guerra che doveva, nel caso, essere effettuato a binari vuoti e non con soggetti civili in transito, nonostante la nostra buona stampa atlantista abbia definito la cosa come un semplice e normale atto conflittuale andato a buon fine, enfatizzando persino la grande capacità ucraina di colpire i russi. Al contrario, un attacco russo che ha portato alla distruzione di una villetta, con tutta probabilità per errore, con 4 (quattro) morti civili è ancora riportato dai nostri media come un grave e crudele crimine di guerra da condannare persino con una reazione violenta.
Ciò rende molto chiaro come non vi sia alcuna imparzialità nella comunicazione:
aggressori ed aggrediti, il resto non conta, come se la storia fosse iniziata il 18 aprile 2022 e prima non fosse mai successo nulla.
Per fare un paragone è come se un soggetto incauto allo zoo si fosse avvicinato alle sbarre della gabbia dell’orso sbeffeggiandolo e provocandolo e quando questi, infuriato, lo ha aggredito uscendo persino dalla recinzione, la colpa fosse solo dell’orso e noi abbiamo fatto come si fa sempre in questi casi, cercando solo di abbattere “l’animale” avendo a disposizione solamente qualche coltellino svizzero fornito all’aggredito tenendoci a debita distanza per non essere colpiti a nostra volta…
Il paragone non è dei più felici ed azzeccati
ma anche ignorare decenni di storia passata ed azioni provocatorie non lo è: non si può mai assolvere chi aggredisce, ma non si può farlo nemmeno con chi provoca oltre il consentito, magari trascinando con se altri soggetti involontari.
Per molti la guerra è un gioco
L’impressione di tutto ciò è che per molti la guerra sia un gioco, anzi, uno di quei videogiochi cui ci siamo abituati negli ultimi anni, uno “spara spara” nel quale quando ci si fa male, non realmente, si risolve tutto con un medipack o ricominciando il livello, invece questa volta è tutto reale, le superpotenze sono reali e non sono sole, nemmeno la Russia lo è per quanto se ne dica, ed il rischio di finire nel bel mezzo di un conflitto nucleare per l’interesse di pochi con la scusa del colore di un passaporto e di una libertà che non ci sarà in ogni caso è davvero alta. In fondo se è vero che la guerra è fatta da molte persone che non si conoscono e si uccidono nell’interesse di poche persone che si conoscono e non si uccidono, allora dovremmo ripensare non solo al conflitto sul campo ma soprattutto alle sue cause e cercare di capire se si poteva evitare, magari rispettando i trattati nei quali l’unica linea davvero rossa per la Russia era ed è ancora l’adesione dell’Ucraina ad una organismo offensivo e contrario all’esistenza della Russia come la NATO.
La guerra forse si poteva evitare
ora possiamo forse ancora evitarne l’escalation nucleare ed ulteriori inutili morti da entrambe le parti, ma, dopo che il suo leader plenipotenziario ormai formalmente scaduto da oltre un anno, è riuscito nell’intento di far arrabbiare davvero tutti i russi, compattandoli intorno al loro governo, una verifica del popolo ucraino sulle sue scelte, dopo oltre sei anni dalla sua elezione avvenuta in tempo di pace, forse potrebbe dare l’unica vera svolta alla situazione.
– Siamo davvero sicuri che tutto il popolo ucraino voglia continuare questa guerra?
– Siamo sicuri che sia nell’interesse del popolo svendere le ricchezze naturali a favore di stati esteri e speculatori da esso lontani?
– Siamo sicuri che la Russia sarà distrutta ed il popolo ucraino veramente libero?
– Siamo sicuri che il fine ultimo fino alla morte del popolo ucraino sia l’adesione alla NATO?
Ci sarebbero molte altre domande
ma solo una consultazione elettorale sotto il controllo delle Nazioni Unite potrà dare loro una risposta, anche se proprio questa è l’unica opzione che nessuno mai considera.
Nell’attesa che qualcuno si svegli
e capisca il diritto della popolazione di esprimersi prima di essere suicidata dal suo leader, la Russia, dicono gli analisti e confermato persino dal nostro Crosetto, sta già spostando 1,6 milioni di soldati sul confine europeo, portando la sua presenza a 2milioni complessivi di uomini armati, e richiamando 5milioni di riservisti: in vista di cosa? Non dimentichiamo che durante la II guerra mondiale la Russia fu disposta a sacrificare 27 milioni di persone per la sua sopravvivenza ed oggi 7 milioni di mobilitati sembrano ancora molto lontani da tale traguardo, se davvero vogliamo distruggere la Russia o anche solo umiliarla, come ci dicono spesso i nostri giornaloni, facciamoci questa domanda: quanto sono disposti a sacrificare i russi oggi per la sopravvivenza della loro nazione?
Se non abbiamo una risposta certa, ma solo una memoria storica, forse, ma solo forse, è meglio non continuare stuzzicare e provocare oltre l’orso e cominciare a capire come avvicinarci a lui nuovamente.
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Pierluigi Ferdinando Pennati