Avanti compatti in ordine sparso

DI PIERLUIGI FERDINANDO PENNATI

P. F Pennati

 

Avanti compatti in ordine sparso

Ciò che avviene in Europa è davvero curioso, dopo essersi schierati (quasi) compatti senza se e senza ma e senza chiedere al popolo cosa ne pensasse, dalla parte della passata amministrazione Dem statunitense, è arrivato il cambio di direzione, non una svolta a destra o a sinistra, ma una vera e propria inversione ad U del nuovo governo Repubblicano guidato da Trump.

Il re è nudo

Trump ha molti difetti, ma anche una sorta di pregio, il suo modo di essere è epurato da ogni sovrastruttura, lui è così e basta, nessuna maschera, che piaccia o meno e proprio perché è una sorta di provincialotto arricchito e senza cultura non sa stare zitto e fa come gli pare, ovvero fa quello che ha sempre fatto in via sua: commerciare. Così, di colpo, il re è nudo ed il conflitto in Ucraina torna ad essere quello che è fin dal principio, imperialismo economico prima celato sotto forma di supporto alla libertà dei popoli. Si tratterebbe, quindi, solo di spartizione economica del mondo sfruttabile, con la sola vera e grande differenza che se i Dem consideravano come strumento principale l’uso della forza militare, cosa che la storia ci insegna essere stata comune a quasi tutte le precedenti amministrazioni USA, Trump pensa che lo strumento migliore sia fare patti tra potenti, nei quali, evidentemente ed almeno per lui, l’Europa non è compresa.
Alla fine meglio una bella fetta di torta con compagni sgradevoli che nessuna torta da soli.
In fondo lo ha fatto capire anche in conferenza stampa con Zelensky quando ha più volte ripetuto di essere un business man e di fare affari con tutti indipendentemente dal gradimento o meno della controparte, per gli appassionati di Star Trek, una sorta di Ferengi con la parrucca bionda.

Avanti tutta Europa!

A questo nuovo modo di giocare la partita, iniziata, se siete appassionati di vela, con una strambata che aveva sperato non arrivasse, l’Europa guerrafondaia non si era preparata ed è rimasta improvvisamente al palo, dopo esservi votata al padrone del precedente turno elettorale, va ricordato che gli USA ci controllano tramite il loro SWIFT come unico sistema monetario da noi adottato, il nuovo sceriffo appena arrivato nel mondo non ci fa alcun favoritismo o sconti, anzi, non solo ci accumuna alla precedente amministrazione Biden, cui i nostri governi si sono sottomessi immaginando una parte da protagonista, ma dichiarando che l’Europa è nata per fregare gli USA, ci fa subito la guerra commerciale ricattandoci perché complici di chi ha iniziato questa guerra che per lui è solo Zelensky.
Lo ha detto più volte, “questa guerra non doveva nemmeno iniziare” e per “fare l’America di nuovo grande” scarica tutta la colpa sull’unico capro espiatorio possibile senza toccare gli interessi statunitensi, ovvero quel Zelensky che per la sua voglia di aderire ad una NATO dalla quale medita di uscire perché troppo costosa trasforma da eroe nazionale americano all’estero in mucca da latte da salvare e mungere per bene partendo da una fantomatica ed assurda cifra da restituire di 500 miliardi che diventando “solo” 350 dovrebbero far segnare una vittoria negoziale anche al “dittatore mai eletto”.

Ma l’Europa non ci sta

non può arrivare Trump e prendersi tutto, così grida all’unisono “con l’Ucraina fino alla fine”, ovviamente senza specificare la fine di chi o cosa, ed in barba alle decisioni USA si riunisce per quello che sembra essere un concilio di guerra. Almeno nelle premesse, perché in realtà la riunione ha avuto come titolo un morbido “securing our future” che vale sia per mungere l’Ucraina che per aumentare le truppe presenti in europa allo scopo di scongiurare quella invasione russa al momento reale solo nelle parole di Zelensky e nella testa della Commissione UE, dato che non solo nessuno sa, o forse vuole sapere, cosa davvero pensino in Russia, ma anche che la Russia aveva già invaso l’Europa con il suo gas e di ricchi turisti con l’unica vera colpa di aver così “tradito” gli USA rimasti al palo quando volevano invaderci con il loro TTIP da noi poi rifiutato (lo ricordate?).

Avanti quindi, si, ma in ordine sparso e con gran cautela

Così, mentre la Gran Bretagna annuncia spese militari, Macron comunica di un accordo con il Regno Unito per una tregua di un mese “nell’aria, nei mari e nelle infrastrutture energetiche”, ma solo per essere prontamente smentita da Londra con un secco «Nessun accordo Parigi-Gb sulla tregua di un mese», tuttavia l’idea comune sarebbe tornare a Washington con una proposta comune concreta, quale ancora non si sa bene. Sempre allo stesso tempo, Zelensky, che ormai si sente parte UE ed è considerato come tale dalla Commissione, si dichiara pronto ad accettare quello stesso accordo per le terre rare con gli USA che comunque avrebbe firmato se non avesse fatto infuriare il Tycoon ed il suo staff di governo, venendo allontanato a bocca asciutta dalla Casa Bianca (questo riportano i media americani secondo i quali la delegazione Ucraina con Zelensky avrebbe atteso un’ora nella stanza della firma prima di venire accompagnata alla porta senza cerimonia e senza il previsto pranzo).

Meloni che fa?

Conferma di stare con Ucraina ed Europa, ma temporeggia perché prima di qualsiasi decisione, da grande statista quale vorrebbe essere, vuole parlare con Trump, cercando forse di farsi perdonare per il bacio di Biden e consapevole che Trump l’ascolterà, un uomo d’affari ha sempre bisogno di leccapiedi ed i precedenti della candidata la rendono idonea.

La Germania?

I tedeschi sono forse i più fortunati, le recenti elezioni hanno sospeso il potere di Sholz che, pur confermando la linea comune europea, avendo perso consenso deve attendere le mosse del nuovo cancelliere in pectore che, a sua volta, non ha ancora formato il governo ed assunto il potere, bloccando quindi la nazione che prima si candidava a protagonista tra gli stati ai margini.

La Polonia?

Dice di volersi armare per il timore di una invasione russa, forse dimenticando che fu nella pratica la prima nazione europea ad essere lasciata “libera” dall’influenza russa senza conseguenze quando Gorbaciov era al potere e che da allora è nella NATO senza dissenso sovietico e, soprattuto, senza che nulla si acambiato, evidentemente anche la paura tutta sua di invasione dall’est.

La Turchia?

Il dittatore Orban, come definito dagli occidentali veri, si propone persino di fare da mediatore per entrare nell’affare prima e meglio degli altri, lasciando tutti al loro brusio assordante di dichiarazioni e contraddizioni, unità e separatismo, tutti per uno ed ognuno per sé e la Turchia che se ne frega.
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Potremmo continuare stato per stato, ma è chiaro che questa è l’Europa unita, una accozzaglia di stati molti dei quali in concorrenza tra loro, con governanti che vogliono sempre essere i primi della classe, che non si rassegna ad aver sbagliato cavallo su cui puntare e che ora, rimasta a piedi, cerca di recuperare, se possibile, peggiorando le cose.

Soluzioni?

Beh, se avessi io la soluzione sarei forse al governo, posso quindi solo che, se esiste, una soluzione dovrebbe essere dettata da ciò che chiamiamo “buon senso”, un articolo particolare che ultimamente pare scarseggiare soprattutto in chi ci governa, vuoi per una ragione o per l’altra, e se è l’affermazione latina mutatis mutanti ha un fondamento, allora dovremmo per poter cambiare dovremmo ricominciare consultando chi da tutta questa situazione ha più da perdere, per primo il popolo ucraino sotto le bombe russe che al di là delle scadenze legali del suo governo, nessuno può dire di sapere cosa davvero pensi perché da anni parla solo per bocca del suo governo marziale e quindi, che piaccia o meno o giusto o sbagliato che sia, assoluto e dittatoriale, e poi quello europeo, che senza poter scegliere si è trovato la guerra in casa senza che questa si davvero in casa sua.
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Questo sarebbe un modo di avanzare compatti, di prime donne che gareggiano tra loro in Europa credo se ne abbia già avuto abbastanza.
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Pierluigi Ferdinando Pennati