DI GUIDO SARACENI
Meloni e Macron ieri si sono incontrati per “rafforzare l’Europa”.
Lei, sovranista. A corrente alternata.
Lui, europeista. A corrente privata.
Si sono trovati d’accordo sull’Ucraina, sul Mediterraneo e persino sulla “difesa comune europea”.
Tradotto: nuovi fondi per gli armamenti, meno soldi per la scuola.
Ma in compenso, grande feeling a cena.
Camerieri in livrea, sorrisi smaltati, e neanche una parola sulla Libia.
Figuriamoci sul salario minimo.
A ben vedere, sono come due compagni di classe che fingono di detestarsi, ma poi si copiano i compiti.
Oggi, il loro compitino è stato lo stesso di sempre: mettere tra parentesi le reciproche ambiguità per salvare la faccia e, soprattutto, salvare il capitale.
Missione compiuta
Foto ricordo, flash, e via: ciascuno torna nel suo bel Paese a fare campagna elettorale – smentendo gli annunci che ha appena fatto.
Non so voi, ma io ho tanta paura che alla fine dei giochi la Coppa la alzeranno comunque i francesi: un cinque a zero netto, senza passare dal via.
4.6.2025
Viva l’unità. Viva la coerenza.
Viva l’Europa delle parole.
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Prof. Guido Saraceni, dal suo blog personale