Il Corriere della Sera e le “strisce satiriche”

DI GIANCARLO SELMI

Giancarlo Selmi

 

Il Corriere della Sera è passato dall’essere un autorevole quotidiano a una fabbrica di sesquipedali cavolate

Qualunque minchiata è diventata buona al fine di soddisfare la linea editoriale dettata dal padrone. Quasi sempre suscitando grasse risate, qualche volta superando il limite della decenza, come negli abominevoli attacchi a Giuseppe Conte, o nella pubblicazione delle liste di proscrizione dei presunti “putiniani” italiani, con tanto di foto in prima pagina.

“Strisce satiriche” 

Alcuni articoli del Corriere hanno preso il posto delle “strisce satiriche” senza fare satira, ma suscitando ancora più risate. Indimenticabile la storia dei “chip” tolti alle lavatrici, dai russi, per fare funzionare i carri armati. Come fare a dimenticare le malattie dell’autarca russo, dai tremolii ai vari tumori che, come se avessero i piedi e camminassero, venivano localizzati un po’ qui, un po’ là, per tornare poi lì.
Meglio delle barzellette di Gino Bramieri, per chi se lo ricorda.

Sugli esiti della guerra, neppure parlarne

Non ne hanno azzeccata una che sia una. Se i litigi con Orsini in televisione dei “similgiornalisti” del Corriere, venissero raccolti e ritrasmessi in unica soluzione, assisteremmo a un’epica battaglia: le minchiate contro la scienza, lo studio e la ragionevolezza. Peccato che in quegli studi televisivi, così come nel resto del Paese, come sempre più spesso accade, abbiano vinto le minchiate.

Ma il Corriere non si ferma

Ne ha partorito un altro, peraltro vicedirettore, peraltro occupatore di spazi televisivi. È quello nella foto. Sere fa, con un Travaglio che non nascondeva la propria ilarità, ha parlato del reclutamento da parte dei russi, in mancanza d’altro, di homeless e alcolizzati ai quali sono promessi stipendi faraonici. E poi ha previsto l’avvento, sul fronte, di un nuovo mezzo di trasporto, il mulo.
Ovviamente con la Russia che sta perdendo la guerra e l’Ucraina che ha più territori di quanti ne avesse a giugno del 2022. “Lo dicono le rilevazioni satellitari” ha detto. Le stesse rilevazioni che hanno visto gli alcolizzati in groppa ai muli, brandendo forse scimitarre? Forse. Oggi, evidentemente non contento del primo exploit, ha aggiunto che “l’entrata dell’Ucraina nella Nato non era in progetto e non la voleva nessuno”.

Bush e Gorbaciov, presunti… 

E poi, con un sorprendente quanto assurdo revisionismo storico, ha derubricato a “presunta” la promessa fatta da Bush a Gorbaciov a Helsinki, sul no all’allargamento a est della Nato. In quell’occasione Gorbaciov permise la riunificazione della Germania. Secondo lui, quindi, quella stretta di mano fra Bush e Gorbaciov riguardava la stipula del regolamento di un torneo di tressette. Se lo lasciano parlare ancora, scopriremo che l’Italia l’ha unita Napoleone III.
E dai Fubini, facci ridere ancora.
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Giancarlo Selmi