DI MICHELE PIRAS
In Cisgiordania “costruiremo lo Stato ebraico israeliano”
Questa è la reazione rabbiosa di Israel Katz, ministro della difesa, alle dichiarazioni di Emmanuel Macron sul riconoscimento dello Stato di Palestina.
Dopo un anno e mezzo di massacro nella Striscia di Gaza e oltre 60 mila morti, di fronte al Mondo che lentamente e timidamente inizia a reagire all’orrore, le dichiarazioni della leadership israeliana mettono sempre più in chiaro il loro progetto, la pietra tombale su ogni prospettiva di pace duratura.
“From the River to the Sea” costruiranno il Grande Israele, uno Stato che va dal fiume Giordano al mar Mediterraneo
Uno Stato ebraico, nel quale chi è di religione ebraica avrà tutti i diritti, gli altri, musulmani, cristiani, atei, ne avranno nessuno. In fondo è ciò che hanno sempre dichiarato, ciò per cui hanno sempre operato, ciò che in tanti sapevano e che in troppi facevano finta di ignorare. Israele non continua a bombardare la Striscia perché vuole distruggere Hamas, né perché vuole vendicare il 7 di ottobre o perché vuole liberare gli ostaggi, non per la sua sicurezza né per battere il terrorismo jihadista, tantomeno per difendere la Democrazia di cui parlano gli occidentali.
Israele vuole tutto, vuole la Palestina
Israele vuole cancellare il popolo di Palestina, che si trovi a Gaza, a Ramallah, a Gerusalemme. E questi semmai potranno “scegliere democraticamente” se restare, facendosi cacciare dalle proprie case da orde di coloni armati e fanatici protetti dalle forze di polizia, andarsene o morire.
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Ecco a voi, signore e signori, la più grande democrazia del Medio Oriente.
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Michele Piras