DI ENNIO REMONDINO
Da REMOCONTRO –
Oggi si completa lo scambio ‘mille per mille’ dei prigionieri di guerra tra Russia e Ucraina concordato a Istanbul, la sola buona notizia delle trattative subito abortite. Per il resto è guerra più di prima. Ieri notte i russi hanno attaccato dal cielo con ogni mezzo: centinaia di droni (250 solo su Kiev e regione) e decine di missili balistici lanciati dai bombardieri e dalla navi nel Mar Nero. Ma qualcosa, sottotraccia, si muove
Di tutto, di più, e il contrario di tutto
Bilancio ucraino pesante: almeno 12 morti e una sessantina di feriti. Fonti ucraine segnalano truppe russe raccolte nelle zone di confine delle regioni di Kursk, segnale di una possibile offensiva estiva russa. Gli ucraini hanno cercato di reagire, anche loro con ondate successiva di droni, lanciati anche contro Mosca. Un attacco di un certo rilievo, che i russi hanno contrastato ma non senza difficoltà e preoccupazione. In apparente controtendenza, l’annunciata bozza del memorandum che contiene le condizioni di Mosca per giungere a un cessate il fuoco», dichiara il vicepresidente del Senato russo. Documento segreto, segretissimo: «si tratta di un processo negoziale difficilissimo e delicatissimo da molti punti di vista», rilancia Analisi Difesa.
No a Trump e “Volenterosi”, cosa accade sul campo?
Sui campi di battaglia i russi intensificano le operazioni e nelle ultime 36 ore diversi centri abitati sono caduti nelle loro mani. Obiettivo, il controllo di territori ucraini per scongiurare bombardamenti di artiglieria e sconfinamenti negli oblast russi di Belgorod, Bryansk e Kursk. Attacchi in profondità: nel mirino degli attacchi anche un centro per la guerra elettronica e una postazione di missili da difesa aerea Patriot. Nel porto di Odessa colpita una nave portacontainer che trasportava forniture militari. Gli ucraini hanno cercato di reagire, anche loro con ondate di droni, lanciati anche contro Mosca. Un attacco di un certo rilievo, che i russi hanno contrastato ma non senza difficoltà e preoccupazione.
Le valutazioni di “JP Morgan”
Sull’andamento del conflitto e i suoi possibili esiti, il Centro per il Rischio Geopolitico della banca d’investimento JP Morgan ha reso noto un rapporto in cui si prevedono quattro possibili scenari nei prossimi mesi.
- «Il presidente Zelensky non otterrà né l’adesione alla NATO né il pieno ripristino del territorio ucraino. Tuttavia, se riuscisse a garantire una forza di sicurezza europea interna, sostenuta da una promessa americana di assistenza e supporto di intelligence, l’80% dell’Ucraina ancora sotto il controllo di Kiev si troverebbe su una traiettoria molto più stabile, prospera e democratica. La decisione dell’Occidente di utilizzare i circa 300 miliardi di dollari congelati in beni sovrani russi darebbe anche un buon inizio alla ricostruzione in Ucraina. Probabilità 15 per cento».
- «Un forte e duraturo supporto militare ed economico, senza una significativa presenza di truppe straniere, probabilmente offrirebbe comunque all’Ucraina lo spazio per trasformarsi in una fortezza, perseguire la modernizzazione militare e, infine, stabilire un proprio deterrente. Ma la guerra sarebbe sempre alle porte. Putin avrebbe comunque bisogno di ottenere sufficienti benefici economici (inclusa la soppressione delle sanzioni) e di un rapporto più solido con gli Stati Uniti. Probabilità 20 per cento».
- In assenza sia di truppe straniere che di un forte supporto militare, l’Ucraina sperimenterà una continua instabilità, una crescita e una ripresa stentate, un sostegno straniero in calo nel tempo e l’effettivo deragliamento della sua integrazione occidentale (ovvero l’adesione all’UE e alla NATO), con un graduale ritorno nell’orbita russa. Probabilità 50 per cento.
- Se gli Stati Uniti abbandonassero l’Ucraina – o fossero percepiti come se stessero cambiando schieramento – e l’Europa non intervenisse, la Russia si atterrebbe alle sue richieste massimaliste e cercherebbe la totale capitolazione dell’Ucraina, trasformando il Paese in uno stato vassallo di Mosca. In questo scenario, la Russia avrebbe di fatto vinto la guerra, diviso l’Occidente e sconvolto irrevocabilmente l’ordine mondiale del dopoguerra. Probabilità 15 per cento.
Rischio di collasso militare ucraino
Daniel L. Davis, ufficiale statunitense e attento analista del conflitto in Ucraina in un recente articolo: «La guerra non è in una situazione di stallo, ma i russi continuano a vincere sul campo. La scorsa settimana il New York Times ha rivelato che nei 16 mesi precedenti i russi avevano conquistato 1.826 miglia quadrate (2.940 chilometri quadrati – NdR) di territorio ucraino». L’articolo ammetteva che le perdite ucraine avrebbero potuto avere conseguenze catastrofiche, osservando che nelle «guerre di logoramento, i progressi possono presagire una svolta, se la parte perdente esaurisce truppe e munizioni e le sue linee difensive alla fine crollano».
“Generali stupidi”
Nei giorni scorsi, il comandante della 47ª Brigata Meccanizzata d’élite in Ucraina si era dimesso perché «la stupida perdita di personale, il tremore di fronte a generali stupidi, non porta ad altro che fallimenti». «Se Zelensky e i suoi sostenitori europei credono che l’esercito ucraino sotto assedio possa continuare a combattere all’infinito, perdendo migliaia di soldati ogni mese, e che non ci sarà mai una rottura nelle linee – o una rivolta delle truppe – stanno giocando, (perdonate il gioco di parole, chiede Gianadrea Gaiani), alla roulette russa. Nessuno può subire questo tipo di perdite e combattere come un robot per sempre».
Fine degli aiuti americani
Una volta esaurito il pacchetto di aiuti da 61 miliardi di dollari di Biden, non arriveranno più aiuti americani. L’Europa chiaramente non può compensare da sola l’assenza di aiuti militari americani. Quindi, potenzialmente entro pochi mesi, la matematica del campo di battaglia inizierà a pesare sempre di più sulla parte ucraina, mentre la Russia continuerà a crescere militarmente. «L’unica cosa che abbia senso, sia a livello militare che diplomatico, a questo punto è riconoscere la dura verità che non esiste una via per il successo ucraino».
Massacro: i numeri di Kiev e WarTears
“«In conclusione, per quel che possono valere in fatto di attendibilità, riportiamo gli ultimi dati diffusi da due diverse fonti circa i caduti dall’inizio della guerra». Lo stato maggiore delle Forze Armate ucraine sostiene che la Russia ha perso circa 979.830 soldati (morti e feriti) dall’inizio della guerra. Il sito ucraino WarTears riferisce invece che i caduti ucraini da inizi guerra al 22 maggio sarebbero 721.654 mentre i militari prigionieri dei russi vengono stimati in 15.759 e le truppe in servizio attivo con le forze ucraine in 492.727.”
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Articolo di Ennio Remondino dalla redazione di
26 Maggio 2025