“Per essere credibili bisogna essere ammazzati?”, Giovanni Falcone

DI MARIO IMBIMBO

 

Ha ragione da vendere Roberto Saviano

Solo disgusto si può provare per personaggiucoli, come quelli di Fratelli d’Italia, che provando a celebrare Falcone e Borsellino cercano da un lato di nascondere tutti i loro “inciampi” in inchieste e sul tema criminalità organizzata e non perdono al tempo stesso l’occasione di additare il loro bersaglio. Fascisti!
“Disgusto. Fratelli d’Italia non è un partito, ma una banda. Questo post è uno schifo.

“Per essere credibili bisogna essere ammazzati?”, Giovanni Falcone

Ricordare l’impegno di Giovanni Falcone in questo modo? Dicendo: “Loro sono morti e quindi eroi, lui è vivo e quindi un mentitore”?
Questa è mentalità mafiosa.
Chi racconta il potere criminale, per loro specula. Questa è omertà.
Vogliono il silenzio e lo mascherano, millantando che chi racconta il male, diffonde il male. Ci cascano? Sì.

Di chi è la colpa? 

È facile: la colpa è della musica rap, della violenza nelle serie. E non dell’estrema disoccupazione, dell’assenza di formazione?
In quale democrazia un partito può commemorare bersagliando? Ma lo ripeto: Fratelli d’Italia non è un partito. È una banda.
E come una banda agisce: bersaglia, insinua, intimidisce. Fratelli d’Italia ha da anni problemi gravi con il crimine organizzato, dal Piemonte alla Sicilia, da Anzio a Piacenza.
Dimenticano Giuseppe Caruso, esponente del partito, condannato in primo grado a 20 anni e poi a 12 in Cassazione come membro della ’ndrangheta. Referente del clan Grande Aracri, era il politico di Fratelli d’Italia che si occupava – per conto delle ’ndrine – di ottenere finanziamenti europei per le loro imprese agricole.
E poi c’è Giovanni Acri, consigliere comunale di Fratelli d’Italia a Brescia, arrestato nel 2024 dall’Antimafia. L’accusa? Era a disposizione della famiglia di ’ndrangheta dei Tripodi.
Ricuciva affiliati feriti durante conflitti a fuoco.

Obietteranno: “Figure locali.”

Ma sono proprio attraverso le figure locali mafiose che, da sempre, molti partiti (non tutti, ma molti) governano il consenso e controllano territorio e risorse.
Va raccontato anche questo: Acri si dimise per far entrare in consiglio comunale un uomo vicino a Carlo Fidanza. In cambio, Fidanza assunse il figlio del medico accusato dall’Antimafia di Milano di essere un ’ndranghetista. Fidanza – attualmente capodelegazione di Fratelli d’Italia al Parlamento Europeo – ha patteggiato una condanna per corruzione per quell’assunzione.

Partito antimafia? Solo retorica e facili commemorazioni

Fratelli d’Italia non è un partito con scelte antimafiose. Solo retorica e facili commemorazioni. È una banda. Amica degli amici. E come una banda si muove. “Una banda che somiglia sempre più ad una banda criminale” aggiungiamo.
Bravo Roberto!!!
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Mario Imbimbo