DI MARIO IMBIMBO
Signori fate una statua d’oro a quest’uomo qui.

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Ieri sera, a Dimartedì, hanno chiesto a Pierluigi Bersani di commentare i fatti di Dongo, le dichiarazioni giustificazioniste di La Russa e l’ipocrisia della destra che piange Sergio Ramelli ma non dice una sola parola sulle vittime del fascismo.
“Questi sono quelli che predicano la pacificazione, che vanno a scomodare gli anni ’70. Con tutto il rispetto per Ramelli, vorrei ricordare che ricorrono i 50 anni dalla morte di Alceste Campanile, un ragazzo di sinistra di 22 anni che fu ucciso da uno degli autori della strage di Bologna.
Cara Meloni, io il 25 aprile ho partecipato alla cerimonia a Sant’Anna di Stazzema. Eravamo in tanti, tutti sobri. E lì ricordavamo un fatto: 560 anziani e donne, 130 bambini, massacrati e sterminati dalle SS e dai fascisti del posto che le hanno guidate lì. Ma è mai possibile, signora Meloni, che a quell’evento non ci fosse nessuno del Governo, nessuno della destra, nessuno di voi?!
Il 25 aprile è la Costituzione. E se la Costituzione, a differenza della Germania e del Giappone, ce la siam fatti noi, è perché ci sono stati quei morti, è perché c’è stata la Resistenza. La Costituzione è, un articolo dopo l’altro, interamente contro il modello corporativo, gerarchico e autoritario del fascismo, non solo la parte che vieta la ricostituzione del partito.
Volete starci dentro la Costituzione? Ma diamine, almeno questa responsabilità. Voglio ricordare una cosa: la discussione in RAI tra Vittorio Foa, parlamentare del PSI e del PCI, e Romualdi (tra i fondatori del MSI) e quest’ultimo diceva che bisognava onorare tutti i morti. Foa gli risponde ‘per l’amor di Dio, noi piangiamo tutti i morti, ma non vorrei sfuggisse una differenza: se aveste vinto voi, io sarei in galera, ma siccome abbiamo vinto noi, lei fa il deputato. Questa è la differenza”.
Caro Pierluigi questa è una gigantesca differenza. Gigantesca!!!
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Mario Imbimbo