ZELENSKY WANTED PER LA RUSSIA

DI CLAUDIO KHALED SER

 

Pochi sottolineano che in Ucraina la situazione politica e la stessa posizione del suo Presidente, sia del tutto anomala e comunque al di fuori di ogni legittimità costituzionale.
Le elezioni parlamentari, che dovevano tenersi lo scorso ottobre, sono state posposte “fino alla fine delle ostilità”, e lo stesso è avvenuto per le elezioni presidenziali, altrimenti previste per lo scorso 31 marzo.
Ma il 21 Maggio scade anche la proroga (peraltro incostituzionale) che affida a Zelensky la presidenza del Paese.
Quindi, in Ucraina non c’é un governo legittimo e non c’é neppure un presidente legittimato e la Costituzione é stata sepolta da una “legge marziale” che ha privato il cittadino di ogni libertà democratica.
Chiarito questo, il mandato di arresto per terrorismo emesso dalla Russia, fa del “presidente” anche un ricercato con tanto di taglia sulla testa.
Anche se non bisogna mai confidare nell’ovvio soprattutto quando esso si manifesta con chiarezza, é abbastanza ovvio in effetti che il Cremlino abbia designato Zelensky – così come molti altri alti funzionari e generali ucraini – come “ricercati” dopo una serie infinita di attacchi ai civili nel Donbass e in Russia.
Innanzitutto questo affonda il “vertice della pace” in programma in Svizzera per il 15 giugno e dal quale è grottescamente esclusa la Russia.
Espongano pure il loro pagliaccio in questo incontro dell’occidente masturbatorio, perché tanto sarà impossibile trattare con un uomo considerato non solo illegittimo all’interno del suo Paese, ma addirittura un criminale ricercato in Russia.
Con una semplice mossa Mosca ha reso instabile la barchetta del vertice svizzero, in primo luogo perché esclude di fatto Zelensky da qualsiasi trattativa e dunque anche da soluzioni che prevedano una riacquisizione da parte dell’Ucraina dei territori persi.
Ormai il tragicomico di Kiev è l’unico a crederci.
In secondo luogo ostentare all’incontro in Svizzera, l’icona Zelensky che è ormai fuori dai giochi per la pace, sarà una dimostrazione palpabile dell’impotenza occidentale che mette in piedi questi inconsistenti incontri al vertice senza il cosiddetto nemico, giusto per fare scena e in terza istanza l’assenza di colloqui veri consentirà alle truppe russe di continuare nella loro avanzata, certo graduale, ma che intanto logora le rimanenti forze ucraine, soprattutto quelle filonaziste, favorendo così un’implosione dell’Ucraina dall’interno.
Quando Macron fa eco a se stesso (un giorno sì e l’altro pure) su un possibile intervento della Francia nel caso la Russia sfondasse o quando si minaccia di un intervento generale della Nato – possibilità recentemente agitata dal giornale italiano che prende il nome di Repubblica ed è direttamente al servizio del Washington consensus – non si fa altro che assumere atteggiamenti che si spera possano impaurire la Russia.
Non c’è nulla di concreto e quando la Repubblica scrive che 100.000 soldati della Nato potrebbero prendere parte a un simile intervento, non si vuole dire che queste truppe raccogliticce possano o vogliano davvero affrontare i 500 mila russi del fronte ucraino che già se la vedono con oltre 20 mila uomini della truppe Nato, sia pure sotto false spoglie, ma si fa intendere che esse dovrebbero dissuadere Mosca dal prendere Kiev.
Cioè il tentativo della Nato è visibilmente quello di conservare lo scheletro ucraino, ormai spolpato dalla carne da cannone, per futuri utilizzi.
Ma è proprio questo che Mosca non può accettare e la presenza di truppe Nato a Kiev non sarebbe motivo per fermare la Russia, ma anzi per stimolarla ad andare avanti.
Cosi’ facendo questa guerra continuerà a strisciare fino a quando i ragazzotti ucraini saranno disposti a morire per salvare il sedere alla solita America e a quella stupidotta Europa che glielo lecca.
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Claudio Khaled Ser