LA SINISTRA SECONDO IL MINISTRO SANGIULIANO

DI LEONARDO CECCHI

LEONARDO CECCHI

 

Dice Sangiuliano che la sinistra “frigna” perché lui e compari stanno regalando soldi a pioggia a Marsilio in Abruzzo. Dice “sono comunisti, radicati in un’ideologia nefasta, diamo il nome alle cose”.
Caro Ministro, di nefasta qui c’è solo la sua carriera: per anni ha preparato la sua ascesa lisciando le destre da una posizione che sarebbe dovuta essere neutrale, quella da direttore del TG2.
Ricordo bene le marchette, le strizzatine d’occhio che faceva nonostante i richiami dalla RAI, e che le sono valse un succoso Ministero.
Di nefasta c’è la sua Italia, fortunatamente minoritaria: quella che campicchia di queste cose, che non prova mai vergogna e arriva al potere facendo le fusa al potente di turno. Quella debole con i forti e forte con i deboli. I comunisti, Sangiuliano, sono quelli che per decenni in Italia hanno fatto così bene l’opposizione da averci consentito di creare uno stato sociale, un welfare. Lei che è Ministro della Cultura (ahinoi) dovrebbe saperlo, dato che tutti gli storici concordano: è grazie al PCI che la Dc si convinse a fare il welfare, a dare tutele ai lavoratori, diventando “sociale”. Ai “comunisti”, come li chiama lei, si deve mobilità sociale, si devono i grandi progressi sociali che questo Paese ha fatto dal dopoguerra fino agli anni Novanta. Si deve il radicamento, ancora presente nonostante persone come lei che ne disprezzano l’origine, dell’idea che tutti gli uomini sono uguali e abbiano uguali diritti, da cui discende il fatto il figlio di un operaio (come mio padre, per inciso) possa diventare dottore.
Quei 200 milioni che lei ha sganciato ora in Abruzzo, Ministro, sono nefasti.
E, qui sì, vanno chiamati per nome e cognome: marchette dell’Italietta fantozziana, della politica che usa denaro pubblico come fosse di sua proprietà e compra consenso a suon di moneta. E che fanno vergognare le persone oneste, anche per lei che di vergogna invece non ne prova affatto.