HENRY KISSINGER

DI GIOACCHINO MUSUMECI

Gioacchino Musumeci

 

Henry Kissinger, dopo un secolo di attività a tratti indecifrabile, abbandona le mortali spoglie per assurgere a vette ben più alte o più basse, non sappiamo infatti se all’inferno o nell’eden.
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Sicuramente all’inferno per gli Ucraini. Questi schedarono il più che controverso e potentissimo Henry come propagandista dei disegni nazisti di Vladimir Putin. D’altra parte in Ucraina c’è chi di nazismo se ne intende per davvero.
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Come per Silvio Berlusconi, odiato in quel di Kiev e osannato da centurioni della banana e avventori del Bunga Bunga, nei purgatori mediatici ucraini comparirà la foto di Kissinger bollato con la scritta “terminato”.
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Peccato che a terminare, si fa per dire, sia soltanto Kissinger e non la guerra santa, oggi sconsacrata e sfigata, di cui non parla più nessuno. Anche perché bisognerebbe ammettere che Mosca non perderà mai e che le prospettive di fallimento economico russo erano solo palle spaziali. Il che significherebbe riconoscere- lo sanno tutti ma dirlo apertamente pare brutto e rovina la commedia – che Kaiser Draghi e la splendida pupilla Meloni, sono epici vassalli oltre-oceanici, ca*zari a 24 carati, cotti e stantii come un hamburger di Mc Donalds scaduto.
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Insomma una prece nel senso più spregiativo possibile.
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Finiti i tempi di Kissinger, delle sue minacce e prevaricazioni sottotraccia, continuano invece quelli di Rocambolesche menzogne il cui costo, come possiamo verificare ogni santissimo giorno che Dio ci manda, sono tutti spalmati su cittadini stanchi e demoralizzati per una catastrofe decisa a tavolino.
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Nella foto, intitolata “che cacchio stai a di”, Kissinger confessa a Draghi di averlo tradito con una tricheca.
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