DI MARIO PIAZZA
Si dice che in guerra la prima a morire sia la Verità e non c’è alcun dubbio che sia così, sarà per questo che nella Striscia di Gaza sono stati uccisi dai proiettili israeliani più giornalisti che capi di Hamas.
C’è però un’altra vittima illustre che da quella strage di innocenti che ipocritamente chiamiamo guerra ha strabordato i confini per venire a crepare davanti ai nostri occhi su tutti i media disponibili: L’Onestà Intellettuale.
A volte essa salta letteralmente per aria davanti alle affermazioni deliranti dei sionisti di turno che ormai abbiamo imparato a conoscere, ma altre volte la sua morte è più lenta e si insinua anche nelle parole di chi sionista non è affatto trasformando colpe atroci ed evidentissime in spiacevoli inconvenienti da criticare sottovoce.
Sto parlando degli insediamenti dei coloni in territorio palestinese.
Si tratta di un esercito d’invasione bene armato di 900.000 persone, reclutate in ogni parte del mondo a suon di dollari per andare a “colonizzare” la Palestina con il supporto logistico e la protezione dell’esercito regolare.
Nel corso degli ultimi 50 anni questo esercito illegale si è appropriato di oltre 100.000 ettari di terreno distruggendo le coltivazioni e demolendo più di 50.000 abitazioni palestinesi per fare posto alle proprie cittadelle fortificate dalle quali spadroneggia impedendo a 5 milioni di Palestinesi di muoversi liberamente nel proprio paese.
Non è un criticabile sottoprodotto della politica sionista. Si tratta del 10% della popolazione israeliana che vive e prospera in territori rubati da cui esporta ogni anno prodotti per centinaia di milioni di dollari, fatte le dovute proporzioni è come se 6 milioni di Italiani avessero invaso con le armi la francese Borgogna e da lì si arricchissero vendendo vino al resto del mondo.
Secondo voi Pompidou, Mitterand, Chirac, Sarkozy e Macron come avrebbero reagito?