GIORGIA MELONI COME LUIGI DI MAIO

DI GIOACCHINO MUSUMECI

Gioacchino Musumeci

 

Nei panni di “scimmia cafona” scrivo sulla Meloni sfacciatamente assisa su un caccia merricano con la claque dei bambini organizzata ad hoc.

La nemesi definitiva del sovranismo annichilito dall’esterofilia che ardeva nella finzione Meloniana. L’anima nazionalista soccombe alla trasformista contagiata dalla sindrome del potere corrompente che ha devastato a suo tempo Luigi Di Maio.
La premier agita vessilli di cartone incorniciati in una dialettica smorta e lontana dai clamorosi episodi di possessione diabolica acclamati dal volgo. La Meloni sovranista a 24 cilindri turbo ha fuso il motore.

Abbandonato il relitto nazionalista a meccanici increduli è ripartita depotenziata su un delizioso hamburger volante. Proprio come Luigi, Meloni è troppo patetica nella New Age da “colonnella sull’attenti”. Oggi sorride centrifugata come un cencio e sbiancata quanto basta per deludere chi s’è rivolto a lei “l’intransigente”.

Fritta a puntino sulla padella atlantica, la tosta al borotalco s’è rivoltata a se stessa. “In livrea da camaleonte romano col braccio ormai monco, Meloni che ha sempre criticato la Sx, chiacchiera zerbinata a Biden, narcolettico della Sx liberale americana. Spettatrice accomodante la Sx cadaverica italiana che nel frattempo si vergogna e fa vergognare”. Non c’è nulla di più obsoleto e superato dell’ipotesi che il tentacolare mostro comunista russo, tra l’altro inesistente, possa corrompere il sogno americano da un pezzo anche italiano. La premier rivitalizzata presso la plebe da trasfusioni di compiacimenti mediatici parla di aggressione russa mentre aggredisce i propri connazionali inermi e vittime della miseria nera.

Meloni è nata politicamente vecchia e piuttosto che scrollarsi di dosso la cenere del fascismo interiore mai ammesso, è diventata talmente filo Usa da far impallidire il suo ex idolo Trump. Da “tigre della Garbatella” a gattina della Casa Bianca Giorgia fa le fusa a Zelensky e con gli occhi lacustri si dichiara fedele alla causa atlantica ma l’Italia affonda nel vuoto madornale e autodistruttivo su cui la Dx italiana ha costruito i propri slogan.

Auguri presidente, ad ascoltarla provo quasi compassione e non dovrei, non la meriterebbe, politicamente e umanamente s’è rivelata niente.