NAUFRAGIO EVITABILE. CRITICHE INTERNAZIONALI E RISPUNTA SALVINI

DA REDAZIONE

REDAZIONE

 

 

«Il 26 febbraio almeno 67 migranti sono morti a poche decine di metri dalle coste della Calabria. Da più parti si contestano la tempestività e l’adeguatezza dei soccorsi», scrive Daniel Verdú, su El País, Spagna e rilancia Internazionale. «Dopo Lampedusa è cambiato poco» denuncia Jason Horowitz sul New York Times ricordando la tragedia del peschereccio capovolto al largo delle coste italiane, causando la morte di 368 migranti.
Mentre sul ‘Domani’ le accuse diventano personali: «Così Matteo Salvini ha messo le mani sulla Guardia costiere», e a seguire, ‘ Da ministro dell’interno ha cambiato i rapporti tra Viminale e Guardia Costiera con una prevalenza delle operazioni di polizia. Nel governo Meloni ha preteso la delega ai porti per controllare tutto’.
Il presidente Mattarella a Crotone visita i feriti e rende omaggio alle vittime. Inchiesta giudiziaria: la Procura della Repubblica di Crotone ha chiesto alla Guardia costiera e alla Guardia di Finanza gli atti relativi alla loro attività nelle ore antecedenti il naufragio

La spiaggia di Steccato di Cutro coperta dai resti del naufragio

«Lungo centinaia di metri sono ammassati i pezzi del vecchio peschereccio, distrutto dalla tempesta che in questi giorni si è abbattuta sulla costa calabrese -racconta il cronista spagnolo-. L’imbarcazione veniva da Smirne, nella Turchia occidentale, e navigava da quattro giorni con a bordo, tra gli altri, quattordici bambini, un neonato e delle donne incinte». Sintesi del dramma, e poi i dubbi sulla tempestività e l’adeguatezza dei soccorsi su cui indaga anche la nostra magistratura.

Le critiche spagnole ai soccorsi

MSF, che ha una nave sottoposta a fermo amministrativo nel porto di Ancona per volere del governo italiano, ritiene che siano stati fatti male e in ritardo. Il coordinatore dell’ong per i soccorsi nel Mediterraneo centrale, Juan Matías Gil, ha detto alla radio spagnola Cadena Ser: «La guardia costiera italiana è ben preparata a navigare in condizioni avverse. Ma la prima ricerca è stata affidata alla guardia di finanza, che ha meno mezzi e risorse. Se a uscire in mare fosse stata la guardia costiera, il peschereccio sarebbe stato trovato più in fretta e si sarebbero salvate più persone».

La nuova rotta Turchia-Calabria

Sulla rotta seguita dall’imbarcazione partita dalla Turchia di solito non ci sono navi da soccorso, segnala ‘El Pais. «E il peschereccio è affondato ad appena 150 metri dalla costa. L’evento simboleggia dolorosamente ancora una volta il fallimento delle politiche migratorie dell’Italia e dell’Unione europea». Non solo Italia dunque, su cui l’Unione ha sino ad oggi scaricato gran, parte degli oneri e delle responsabilità rispetto ad un fenomeno che riguarda tutto il continente.

L’anno scorso sono stati 18mila dei 30.500 migranti che hanno percorso la rotta dalla Turchia attraverso il mar Egeo e sono sbarcati in Italia.

I dettagli del “fare-non fare”

«Alle 22.26 della notte di sabato 25 febbraio l’aereo Eagle 1 di Frontex, l’agenzia europea che sorveglia le frontiere, ha fotografato un peschereccio di legno che si avvicinava alle coste della Calabria», riassume Daniel Verdú. «Da più parti sono state contestate la tempestività e l’adeguatezza dei soccorsi prestati a un’imbarcazione che navigava evidentemente in condizioni estreme, con il mare grosso».

Molte ore dopo

«I soccorsi sono partiti solo alle 4.30 del 26 febbraio, varie ore dopo che l’aereo di Frontex aveva scattato la foto. Cos’era successo nelle ore precedenti?», si chiede il giornale spagnolo. Un punto da chiarire è perché la sera del 25 febbraio, dopo l’avvistamento di Frontex, siano stati mobilitati i mezzi della guardia di finanza per un’operazione di polizia, invece di quelli della guardia costiera per un’operazione di soccorso».

Polemica politica non solo di casa

Il giornalista spagnolo ricorda che la guardia costiera dipende dal ministero dei trasporti, guidato da Matteo Salvini, leader della Lega. «Il problema è che dopo l’intervento della guardia di finanza, che ha mandato in mare due mezzi per un tempo limitato (rientrati per le cattive condizioni meteorologiche), la missione è finita. Nessuno ha deciso di mandare una nave più grande o un elicottero».

New York Times. “dopo Lampedusa è cambiato poco”

Dieci anni fa un peschereccio malandato che trasportava un numero eccessivo di persone si capovolse al largo delle coste italiane, causando la morte di 368 migranti, ricordano Jason Horowitz e Gaia Pianigiani, sul The New York Times. «Dopo quella tragedia l’Unione europea fornì aiuti finanziari all’Italia per decine di milioni di euro, promettendo di rafforzare le operazioni di salvataggio e di elaborare una politica migratoria e dell’asilo più efficace».

Promesse mancate

«Ma l’orribile naufragio del 26 febbraio scorso, a un poco più di un centinaio di metri dalle coste della Calabria, ha reso dolorosamente chiaro che la situazione non è cambiata. Semmai è stata l’ostilità agli immigrati a essersi diffusa e radicata nell’Unione».

I paesi sul Mediterraneo e il subappalto Ue

«I Paese che si affacciano sul Mediterraneo non puntano più sulle operazioni di ricerca e soccorso -denuncia il NYR-. L’Italia parla di blocchi navali, mentre la Grecia ha espulso in segreto dei migranti su zattere di salvataggio a volte sovraccariche. I funzionari europei, che lo scorso fine settimana hanno espresso ancora una volta il loro dolore e hanno fatto promesse, hanno cercato di subappaltare il problema, con grande dispendio di denaro, scaricandolo su paesi dell’altra sponda del Mediterraneo con un passato preoccupante di violazioni dei diritti umani».

Ma i richiedenti asilo continuano ad arrivare

«Nonostante le nuove e severe misure adottate dal governo italiano guidato da Giorgia Meloni, che devela sua ascesa politica anche alla dura posizione presa contro i migranti».

***

AVEVAMO DETTO

 

 

Articolo pubblicato dalla redazione di

3 Marzo 2023