ARMI CHIAMANO SEMPRE ARMI

DI MASSIMO WERTMULLER

 

Oggi mi sono ritrovato a osservare un manichino in una vetrina. E un po’ l’ho invidiato. Lui non sa quello che gli sta accadendo attorno e continua a indossare con eleganza i suoi papillon a pois, con aria quasi di sfida. Non sa nemmeno che tanti suoi colleghi sono stati sacrificati per gli esperimenti atomici, in attesa che al posto loro un giorno potessimo esserci noi. Quel giorno, oggi, almeno a parole, è sempre più paventato. Io non sono un nuovo esperto di guerre, lo dico perchè c’è sempre in agguato il combattente da tastiera compulsivo , ma solo un semplice laureato in Storia delle Relazioni Internazionali, quindi quello che penso e dico lo dico, sempre umilmente, senza cattedre che non potrei mai avere, da appassionato. E trovo ormai obbligatorio una esposizione, una opinione, una presa di parte in una situazione così grave come questa. Laddove invece sento attorno a me tanto silenzio , e secondo me chi dice “ecco un altro esperto” anche a chi non vuole insegnare niente a nessuno ma semplicemente offrire un argomento di riflessione, lo fa per costruirsi un alibi per il suo non partecipare, per il suo silenzio. Oppure sento anche tanto parlare, è vero, ma un parlare molto preoccupante. Dunque, facendo una lista di chi ha fatto vero attivismo per una pace reale, quasi siamo alle dita di una mano: il Papa, Fratoianni e SI, Angelo Bonelli e i Verdi, Di Battista, Padre Zanotelli. Tutti gli altri sembrano come assetati di guerra e sangue. Come mi è capitato di vedere ieri da Floris, in televisione, dove tutti parlavano di guerra, una guerra che oltretutto minaccia di essere atomica, con assoluta leggerezza e facilità. Tutti ovviamente con le spalle molto al caldo. Premettendo, sempre ad uso dei compulsivi polemici di cui sopra, che Putin ha sbagliato tutto, dalla invasione militare in poi, e che sta peggiorando la situazione, penso anche che aiutare il popolo ucraino non voglia dire certo inviare armi. Anche perchè non sappiamo, davvero in profondità, a chi e a cosa le diamo. Questo suo appellarsi all’Europa, questo suo improvviso anelito alla unificazione del suo paese con l’Europa, che fin qui non c’è mai stato, sembra molto anche un modo per chiedere protezione, eravamo noi che potevamo riflettere un po’ di più prima di inviare armi e rischiare l’estinzione. Oggi mostriamo una doverosa empatia per gli ucraini in fuga, e io dico finalmente perchè è una empatia molto improvvisa e mai vista prima, per esempio per chi sbarcava qui fuggendo anche lui, o lei (magari una madre che andava a fondo nel mare col bambino ancora in braccio), sempre dagli orrori di una guerra. Ma comunque, aiutare gli ucraini vuol dire inviare soccorsi e viveri, non armi. Armi chiamano sempre armi. C’è ancora qualcuno che fa paragoni con Hitler e quel momento storico, per trovare nuove causali. Allora c’era , è vero, un pazzo, perchè forse anche Putin lo è, ma un pazzo che avrebbe voluto conquistare il mondo, ci avrebbe voluto tutti come suoi sudditi a parlare tedesco, e un pazzo che si è macchiato della più tragica pagina della storia dell’umanità, la Shoah, un pazzo che ha compiuto un genocidio. Qui c’è un possibile pazzo le cui richieste erano altre: la sicurezza ai suoi confini e , purtroppo, un ritorno al sovietismo, diciamo così. Fino a ieri c’era spazio per proporre alla Ucraina di diventare Stato neutrale, non si sarebbe offeso nessuno e sarebbe stata una strada praticabile, una svizzera dell’EST , in sostanza, anche perchè è sempre e solo oggi che l’Europa sembra non campare più se non annette nell’unione l’Ucraina. E’ chiaro però che adesso, con le dichiarazioni, direi poco pacifiste, della Von Der Leyen di volere a tutti i costi l’Ucraina nell’Unione, con le dichiarazioni di Zelenski per cui l’Ucraina si sente europea e non vede l’ora di entrarvi ufficialmente, con le votazioni dei governi che inviano armi, ma soprattutto con gli errori e gli orrori che sta perpetrando Putin , i passi indietro che richiede sempre una trattativa, sono sempre più difficili. E’ infatti sempre più difficile per l’Europa dire che l’Ucraina diventi Stato neutrale , è sempre più difficile per l’Ucraina rinunciare all’Europa, è sempre più difficile per Putin togliere i carri armati e tornare sui suoi passi e i suoi danni. E , come al solito , le vittime sono sempre quelle più fragili, più indifese, molto più di chi decide. I vecchi mandano a morire i giovani, e sotto le bombe muoiono i cittadini, i bambini, non i pazzi guerrafondai. Il mondo è comandato dall’economia, non dalla politica , e purtroppo tantomeno dalla empatia, dalla cultura , dalla civiltà, dalla spiritualità. Questa era una bella sfida, altro che la terza guerra mondiale, quella di cambiare il mondo, renderlo migliore, non con le armi, ma con i valori veri. Rimettendo al centro della vita la vita stessa, tutte le vite, e non il dio soldo. E i ricchi investitori ,che comandano il mondo, improvvisamente , però come in un film dell’orrore, mi sembrano somigliare tanto a quei manichini.