I NOSTRI DATI POSSONO FINIRE A TIM E GOOGLE

DI UMBERTO SINISCALCHI

 

Se ne parla poco, ma l’affare è serio.
Tra le tante novità previste dal PNRR (il recovery found) c’è anche la creazione del Polo strategico nazionale, in modalità cloud (leggasi archivio), che conterrà dati sensibili delle pubbliche amministrazioni centrali e locali, e delle aziende sanitarie.
Questa messe di informazioni verrà presto aggiudicata all’asta e, in una preselezione, la migliore offerta viene da una cordata Tim, Cassa depositi e prestiti, Leonardo e Sogei.
Se non bastasse, Google è partner della cordata. Che significa mettere i nostri dati in mano ai colossi dell’informatica.
“È a rischio la nostra sicurezza”, spiega Giovanbattista Frontera, vicepresidente di Assoprovider, da anni impegnato nella sicurezza digitale. “Se il ministro Colao non si sveglia, qui ci sono rischi molto seri”.
Per capire meglio la portata dell’affare, basta ricordare il caso di Cambridge Analytica, milioni di utenti schedati.
Se la cordata di oligarchi digitali vincerà, le nostre informazioni saranno sempre più nelle mani avide e voraci di soggetti che non aspettano altro per fare altri soldi.
L’allarme è scattato. Ministro Colao, si dia una regolata. Per il nostro bene