LA “CORSA” AL QUIRINALE

DI GIANCARLO SELMI

 

Le dichiarazioni di Berlusconi, annuncianti l’uscita di Forza Italia dalla maggioranza di governo se Draghi dovesse trasferirsi al Colle, oltre che essere degne del personaggio, mettono un serio ostacolo alle dichiarate mire presidenziali del dragone.
C’era da aspettarselo e non si capisce l’indignata sorpresa di Letta. La candidatura presidenziale del “caimano” è formalmente presentata e la “campagna acquisti” dei voti necessari per la sua elezione, avviata. In questo contesto va inserita la dichiarazione suddetta. Che andrebbe considerata come una vera e propria OPA sui voti di quanti, nel governo come in Parlamento, sarebbero disposti a votare chiunque garantisse un approdo felice, di legislatura e governo, al 2023.
E sono tanti. Quasi tutti quelli che sanno già di non poter ritornare ad accomodare il culetto su di un seggio. Il voto segreto offrirà a quei “peones” una ghiotta opportunità di allungamento del loro ricco contratto di lavoro e non perderanno l’occasione, statene certi.
In questo contesto si inseriscono pure le voci, anzi i boati, che riguardano le “marette”, nei gruppi parlamentari dei 5 Stelle, ostili a Conte. Ripeto a mio modo un’opportuna dichiarazione di Travaglio: il consenso di Conte fra i parlamentari 5 stelle è inversamente proporzionale a quello che lo stesso Conte ha fra gli elettori. Il primo non preoccupa, è del secondo che bisogna occuparsi.
Si attendono e ci saranno, ulteriori cambi di casacca. Il peggiore Parlamento della storia repubblicana ne ha già contati centinaia e molti, purtroppo, ci hanno riguardato. Questo Parlamento voterà un PdR che garantisca la durata della legislatura. Che possa essere il dragone la vedo dura. Che possa essere il caimano? Purtroppo è probabile. Ambedue i casi, ma anche il resto dei nomi che circolano, sarebbero, comunque, una schifezza.
Avanti con Conte. Al quale rivolgo un suggerimento: metta il massimo impegno nella determinazione delle prossime liste elettorali. Abbiamo già dato.