RUSSIA. A POCHI GIORNI DALLE ELEZIONI LEGISLATIVE L’OPPOSIZIONE DI SINISTRA MOSTRA I MUSCOLI

DI LUCA BAGATIN

Manca circa una settimana alla data delle elezioni per il rinnovo del parlamento russo, che si terranno dal 17 al 19 settembre.

14 i partiti in corsa. Due partiti comunisti; il partito liberal-conservatore putiniano “Russia Giusta”; il partito liberaldemocratico di Zhirinovsky; due partiti ambientalisti; quello dei pensionati; un partito socialista patriottico e altri partiti minori.

Esclusi, fra accuse di estermismo e presunti vizi di forma, il partito nazionalbolscevico “L’Altra Russia di Eduard Limonov”, il Partito Libertario e la formazione di destra liberale di Alexei Navalny.

L’opposizione di sinistra, intanto, scalda i muscoli, forte della caduta libera di popolarità di Putin, in particolare dopo i suoi piani di liberalizzazioni selvagge, distruzione dello stato sociale e la riforma delle pensioni.

Tutte riforme che lo pongono praticamente in linea con le politiche imposte dal Fondo Monetario Internazionale e che già sono da tempo state attuate nei Paesi UE, peraltro senza battere ciglio e in mancanza di un qualsiasi tipo di opposizione di sinistra credibile.

Il Partito Comunista della Federazione Russa (KPRF) guidato da Gennady Zjuganov è riuscito a coalizzare ben 56 partiti d’area anticapitalista, fra i quali “Per un Nuovo Socialismo (del politologo Nikolay Platoshkin, recentemente condannato dalla giustizia russa con infondate accuse di “estremismo” e di “incitazione a rivolte di massa), il Fronte di Sinistra (il partito di Zjuganov candida infatti Anastasia Udaltsova, moglie del suo leader, Sergey Udaltsov, al quale viene impedito di candidarsi con accuse di “estermismo”) e Russia Lavoratrice. E’ stato ad ogni modo impedita, con un pretesto, dalle autorità, la candidatura di Pavel Grudinin, candidato di punta del partito e direttore dell’azienda agricola autogestita “Fattoria Lenin”.

Nonostante il KPRF prometta un piano di nazionalizzazioni dei settori chiave dell’economia, l’abolizione della riforma delle pensioni ed un serio rafforzamento di sanità, istruzione e stato sociale, non è ritenuto credibile del tutto da parte del partito “Comunisti di Russia” (CPKR), guidato da Maxim Suraykin che, infatti, pur avendo deciso di appoggiare in alcuni collegi elettorali i candidati del Partito Comunista della Federazione Russa, hanno presentato una loro lista.

I “Comunisti di Russia”, il cui slogan è “Abbasso il capitalismo, avanti con il socialismo !”, infatti, ritengono la leadership del KPRF eccessivamente riformista e poco comunista e rilanciano un programma marxista-leninista puro, fatto di lotta all’oligarchia e alla corruzione e rimanendo disposti a dialogare unicamente con chiunque voglia rappresentare la vera sinistra patriottica russa. Nelle file dei “Comunisti di Russia” saranno peraltro candidati anche alcuni esponenti del partito nazionalbolscevico “L’Altra Russia di Eduard Limonov”, ma unicamente a titolo personale.

Altro partito che ha mostrato i muscoli nella campagna elettorale russa è il partito socialista patriottico “Russia Giusta – Patrioti – Per la Verità”, guidato dall’ex nazionalbolscevico Zakhar Prilepin, dal socialdemocratico Sergey Mironov e dall’ex comunista Gennady Semigin. Tale partito ha peraltro ricevuto il sostegno e l’iscrizione da parte dell’attore statunitense Steven Seagal, con cittadinanza russa.

“Russia Giusta – Patrioti – Per la Verità”, in più occasioni ha ribadito la sua volontà di costituire un gruppo unitario socialista e anticapitalista con il Partito Comunista della Federazione Russa dopo le elezioni.

Il partito fondato dallo scrittore Eduard Limonov, ovvero “L’Altra Russia di Eduard Limonov”, escluso dalle elezioni, ha invece scelto l’astensionismo consapevole, denunciando l’illegalità di tali elezioni e l’inutilità del voto ai partiti di opposizione (con particolare riferimento al partito di Zjuganov, Prilepin e Zhirinovsky, in quanto considerati dai nazionalbolscevichi una finta opposizione).

“L’Altra Russia di Eduard Limonov” ha organizzato e sta organizzando spesso picchetti dimostrativi in tal senso, i cui militanti e partecipanti vengono regolarmente e ingiustamente arrestati.

Oltre a ciò, il partito di Limonov sta organizzando volantinaggi per denunciare la persecuzione delle minoranze russe nei Paesi ex sovietici, in particolare nel nord del Kazakistan, aspetto che non viene preso minimamente in considerazione dal governo Putin.

Luca Bagatin

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