LA SENTENZA CIONTOLI

 

DI FILIPPO ROSSI

Condannati in via definitiva.

La quinta sezione della suprema Corte di Cassazione ha messo fine ad una delle vicende giudiziarie più controverse degli ultimi anni: il processo per l’omicidio di Marco Vannini.

Confermate dai giudici togati le condanne del processo di appello bis: 14 anni ad Antonio Ciontoli per omicidio volontario con dolo eventuale e 9 anni e 4 mesi ai due figli di Ciontoli, Martina e Federico e alla moglie Maria Pezzillo, corresponsabili di omicidio volontario anomalo.

I Ciontoli, dunque, sono tutti colpevoli della morte di Marco Vannini, all’epoca dei fatti fidanzato di Martina, lasciato morire senza soccorsi da tutti i componenti della famiglia dopo essere stato raggiunto, nella loro villetta di Ladispoli, da un colpo d’arma da fuoco sparato da Antonio, il 17 maggio 2015.

Ci sono voluti sei anni per arrivare al termine di una vicenda ancora mai del tutto chiarita. Sei anni di bugie, omissioni, depistaggi, indagini che hanno trascurato elementi essenziali, di sentenze ribaltate. Sei anni che non sono bastati a svelare la verità su quanto accaduto quella notte maledetta a Ladispoli, sei anni di battaglia senza sosta da parte di Marina Conte e Valerio Vannini, i genitori di Marco, che hanno sempre chiesto giustizia per quel figlio morto ammazzato che con i dovuti soccorsi si sarebbe potuto salvare.

Per Antonio, Maria, Federico e Martina Ciontoli ora si aprono le porte del carcere. Perché Marco è morto per mano loro, di tutti e quattro, anche se lo sparo è stato materialmente attribuito al capofamiglia.

Ora riposa in pace, Marco.

Ultima ora: “Stasera la famiglia Ciontoli si costituirà in carcere”.

Lo ha detto l’avvocato Giandomenico Caiazza, uno dei difensori della famiglia Ciontoli, i cui membri sono stati tutti condannati in via definitiva dalla Cassazione per l’omicidio di Marco Vannini.

“Sono attonito, non riesco a comprendere come sia possibile aver confermato una sentenza così errata, in particolare per i familiari dei Ciontoli” ha poi aggiunto Caiazza.