LA FORZA DI DENUNCIARE, DI NON SOTTOMETTERSI AI RICATTI, DI NON PAGARE IL PIZZO AI MAFIOSI

 

DI FILIPPO ROSSI

I torroncini Condorelli sono un’istituzione in Sicilia e un’eccellenza della produzione dolciaria italiana. Un’azienda nota in tutto il mondo, con sede a Belpasso alle pendici dell’Etna, guidata dal cavalier Giuseppe Condorelli, erede del fondatore Francesco.

Nonostante si tratti di un’impresa di calibro internazionale, la Condorelli era finita nel mirino del racket legato al clan Santapaola-Ercolano, con reiterate minacce e richieste di denaro a cui il cavalier Condorelli aveva sempre risposto picche. Nel 2019 i mafiosi gli avevano persino recapitato un pacco con una bottiglia incendiaria e un biglietto con la scritta: “mettiti a posto ho (testuale) ti facciamo saltare in aria, cercati un amico”. Ma poi i mafiosi, responsabili dell’intimidazione, le cui conversazioni telefoniche sono state anche registrate dai carabinieri, hanno rinunciato a proseguire per non attirare troppa attenzione, visto che la Condorelli era un’azienda molto nota.

Condorelli aveva deciso di sporgere denuncia. Grazie al suo coraggio e ad alcune dichiarazioni di quattro collaboratori di giustizia, l’inchiesta denominata “Sotto scacco” ha portato oggi a 40 arresti tra Catania, Siracusa, Cosenza e Bologna.

Secondo gli investigatori del comando provinciale dei Carabinieri di Catania, il clan Santapaola-Ercolano, guidato dal boss Santo Alleruzzo (all’ergastolo nel carcere di Rossano per duplice omicidio, ma oggetto di permessi premio per lasciare il carcere), terrorizzava i territori di Paternò e Belpasso, inquinandone il tessuto economico con spaccio di droga, estorsioni, riciclaggio e ricettazione.

È grazie al coraggio di uomini come Giuseppe Condorelli se oggi nella provincia di Catania l’aria è più pulita.