IO HO UCCISO LA MIA DONNA

DI ANNA RITA NOCITI

Sabato, 7 marzo 2021. Ennesimo episodio di aggressione e omicidio nei confronti di una giovane donna a Napoli. Lui si è costituito alla stazione dei carabinieri di Montegabbione, in provincia di Terni dicendo: << Ho ucciso mia moglie>>, la madre del loro unico figlio, con quindici coltellate di cui nove ai polmoni che non hanno lasciato scampo alla giovane Ornella.
Una donna questa mattina attonita davanti alla violenza brutale del suo uomo che la chiamava Amore. Quell’amore forse mai esistito perché lei era solo la sua proprietà. Quella bestia d’uomo che non ha dimostrato amore neanche per il loro unico figlio che da oggi è un orfano, privato della sua mamma uccisa e del suo papà, rinchiuso in carcere.
Un’altra di meno, un altro orfano di femminicidio. L’ennesima vittima collaterale della violenza contro le donne, che non conosce età, razza, geografia, ceto sociale o religione.
Il femminicidio, è un odio implacabile verso l’intero universo femminile, proprio perché tale, e si ripete quotidianamente da Nord a Sud del nostro Paese. Una violenza esercitata in nome di una sovrastruttura ideologica di netta matrice patriarcale, allo scopo di perpetuare la dipendenza e di annientare l’identità, attraverso l’asservimento psicologico e fisico, fino anche a rendere la donna una schiava e/o procurarle la morte.
Questo fenomeno include una molteplicità di condotte, quali: maltrattamenti, violenza psicologica, fisica, sessuale, economica ed educativa, operate prevalentemente da uomini, in ambito non solo familiare ma anche sociale e lavorativo. La donna non deve avere più libertà, integrità e dignità.
La violenza domestica è la forma più peculiare del femminicidio.
La violenza psicologica è la fase iniziale, la donna comincia a perdere fiducia in sé e cerca di accontentare e placare il partner e lui, a sua volta, rinforza il suo comportamento aggressivo ed assume un comportamento ambiguo, sempre irritato ed con un crescente nervosismo. Comincia la violenza verbale.
Nella seconda fase scoppia la violenza fisica, la vittima cerca ancora di più di accontentare le richieste del suo uomo sottomettendosi e subendo in silenzio sperando che cambi qualcosa. S’instaura una co-dipendenza nel senso che la donna cercherebbe una riabilitazione e il carnefice implora di restargli accanto, mostrandosi a sua volta, dipendente da lei. Una gratificazione per la vittima ma un pericolo crescente.
Continua poi improvvisamente un’esplosione di violenza che declina nelle forme più drammatiche per arrivare ad una finta riappacificazione. Lui chiede perdono ma non è cambiato, non è possibile cambiare un uomo così : << Gli uomini non cambiano>>.
Sono oltre cento le donne in Italia che ogni anno sono uccise da uomini, fidanzati, compagni, mariti o ex ma anche padri e familiari. Ai femminicidi si aggiungono poi violenze che sfuggono ai dati ma che, se non fermate in tempo, rischiano di fare tante altre vittime.
Quasi otto milioni, secondo i dati Istat, quelle che nel corso della propria vita hanno subito una forma di abuso, aggredite, picchiate, sfregiate per togliere loro l’identità. I numeri però non dicono quasi mai come stanno davvero le cose, ma, possono farci riflettere. E ancora, si nota che l’età delle vittime è calata in modo preoccupante tanto da coniare il termine di “Baby femminicidi”.
E’ un problema che meriterebbe maggiore attenzione e impegno delle Istituzioni per esser opportunamente contrastato. Interventi volti alla prevenzione, al cambiamento delle condizioni sociali e culturali, alla cura e tutela delle donne maltrattate. Leggi più dure e pene più severe senza nessuno sconto.
Dal 9 agosto 2019 è entrata in vigore la legge n. 69/2019: Codice Rosso.
Si tratta di un provvedimento che contiene diverse novità tra cui la previsione di una corsia preferenziale per i reati di violenza domestica e di genere, inasprendone la repressione tramite interventi sul codice penale e sul codice di procedura penale. Inoltre l’introduzione di nuovi casi di reato, come: il delitto di sfregio, l’induzione o costrizione di matrimonio e il revenge porn. Inoltre una stretta per i maltrattamenti in famiglia e lo stalking.
Il Codice Rosso ha introdotto l’obbligo della polizia giudiziaria di comunicare immediatamente al magistrato del Pubblico Ministero le notizie di reato riguardanti delitti di violenza sessuale, atti persecutori, maltrattamenti in famiglia e nella convivenza, senza discrezionalità. Lo svolgimento delle indagini avranno la massima priorità su tutte le altre. Il magistrato ha l’obbligo di sentire la persona vittima entro il termine massimo di tre giorni dall’avvio del procedimento.
Prima di affrontare il femminicidio, atto estremo della fine di un amore, a mio parere, metterei in discussione la relazione di coppia.
La relazione dovrebbe basarsi su uno scambio reciproco di attenzioni e amore, aiuto e comprensione, è normale che tra due persone si sviluppino alcune volte dinamiche conflittuali. Lo stesso conflitto può essere un elemento di maturazione e sviluppo all’interno della coppia, troppe volte invece, diventa dannoso e disgregante specie se frequente nel tempo.
E’ la cultura che deve cambiare, l’educazione che si impartisce. Non è cosa da poco ad esempio che nel testo biblico la donna è assimilata a una proprietà, alla stregua del campo, della pecora, del bue.
La donna è assimilata ai mezzi di produzione, è solo perché tale che il maschio la preserva. Un ragionamento atavico che in molti uomini è ancora troppo sentito. Sono uomini che crescono nei giardini del potere, delle prevaricazioni che producono dei soggetti paranoici, i quali hanno sempre ragione e non possono non avere la padronanza della vita e della morte dell’altro, naturalmente la donna.
Che cosa passa nella testa dell’uomo assassino? Io vedo un uomo debole, incapace di accettare una relazione finita perché è Lui che deve decidere se chiudere. Un uomo che vive nella gelosia che non va intesa nel senso comune del termine, ma è possesso. Si sente di essere un giudice e un gendarme, responsabile delle applicazioni delle leggi che lui stesso ha stabilito su come debba o non debba comportarsi la partner. La tua donna non ti lascia, non si nega ai rapporti sessuali, non esce da sola, deve stare al suo posto. Riflettiamo che fino a qualche decennio fa era considerato normale picchiare la moglie, poteva essere ripudiata se sterile o anche se non procreava figli maschi e il tradimento poteva essere punito anche con l’uccisione della donna stessa, la legge lo consentiva: Il Delitto d’onore.
Fin quanto quel tipo d’uomo non riconosce la donna nella sua diversità, capacità e cambiamento non si apriranno mai le porte del dialogo e della comprensione. L’amore, quello vero deve fare in modo che l’Altra/o siano attratti dalla voglia di camminare insieme per realizzare i desideri di entrambi.
William Shakespeare scrisse: “Per tutte le violenze consumate su di lei, per tutte le umiliazioni che ha subìto, per il suo corpo che avete sfruttato, per la sua intelligenza che avete calpestato, per l’ignoranza in cui l’avete lasciata, per la libertà che le avete negato, per la bocca che le avete tappato, per le sue ali che avete tarpato, per tutto questo: in piedi, signori, davanti ad una donna”.