TROPPO POCHE DONNE NEL DIBATTITO SOCIALE

DI PATRIZIA CADAU

La mia analisi, inutile, sui tempi che corrono.
Potete anche andare oltre. Tranquilli.

Perché nel dibattito pubblico, politico, sociale non compaiono mai le donne?
Perché le poche che hanno un’energia residua che non sia già stata masticata, devono continuamente presidiare territori in cui ogni diritto è in pericolo.
Una donna che fa politica o attivismo, si dedicherà alla piena uguaglianza, al difendersi da un qualche tipo di abuso, a difendere le altre dal poter abortire o denunciare la violenza o avere lo stesso trattamento salariale di un uomo.
È uno step che i maschi non conoscono, di cui non vogliono occuparsi anzi, e che li fa avanzare senza sforzo alcuno. E senza merito.

La sinistra, su questo tema è in un silenzio imbarazzante. Dovrebbe vergognarsi, anche solo per le parole rivolte oggi a Concita de Gregorio.
Fa orrore guardare questa gente così lontana da quei temi che dovrebbe rivendicare con forza; e il primo tema necessario di giustizia sociale, in questo paese di vittime e abusanti, resta la morte civica, culturale, politica, sociale, lavorativa delle donne.

Il Movimento 5 stelle, che dichiarava di avere dimostrato, alla prova dei fatti, di saper equilibrare al suo interno e nelle Istituzioni la rappresentatività di genere senza aver bisogno di una legge, ha invece dimostrato con i suoi Conte, Di Maio, Crimi, Fico, Di Battista, Crippa, Licheri e via cantando, che il soffitto di cristallo è ben lontano dall’essere scalfito. E quindi, i profeti dell’antisistema, anche in questo hanno mostrato il proprio radicamento culturale nella disuguaglianza, che è sistema.

La destra, che lo dico a fare, fa propaganda contro i diritti delle donne e se ne piazza una, è perché sono ben certi che sia funzionale alla causa del maschio.
E infatti due giorni fa Giorgia Meloni, poco dopo il femminicidio di una ragazzina di diciassette anni bruciata viva, e poco prima di quello di una madre e di suo figlio, gridava sui social l’emergenza della violenza sugli uomini.
Capite che il problema è grande.

Di fatto la politica è questa roba qua.

E chi racconta la politica e la società ha sempre timbro baritonale: i direttori dei quotidiani sono maschi, delle redazioni giornalistiche di qualsiasi media: maschi.

Le donne, le poche, che riescono a farsi sentire vengono allontanate, oppure gratificate con una medaglietta funzionale comunque al sistema.

E i Travaglio, i Padellaro, gli Scanzi, i Mentana, i Feltri, i Giannini, i Verdelli, e tutto il mainstream la cui appartenenza politica poco importa, è tutto un parlarsi addosso insopportabile e completamente privo di contraddittorio.
Al baritono manca il contralto.

Non potremo mai uscire da nulla, se prima non si sana questa ferita enorme, questa primitiva e millenaria violazione dei diritti umani.
Non c’è davvero futuro per una società che continua a mortificare in ogni ambito, la voce delle donne.
Ma soprattutto non c’è futuro, neppure per gli uomini, in una società in cui non si voglia collaborare insieme per creare condizioni di pari opportunità.