GUINEA, TANTO RICCA E COSÌ POVERA

DI EMILIANO RUBBI

La Guinea è il paese col sottosuolo più ricco in tutta l’Africa: ferro, platino, oro, bauxite, petrolio.

E contemporaneamente è uno dei paesi in cui la popolazione è più povera.
Circa il 50% delle persone vivono in uno stato di povertà assoluta.
E quando parli di “povertà assoluta”, in Africa, non ti riferisci ai problemi che trovi nel pagare la rata dell’IPhone, significa che ti svegli ogni giorno e non sai quando e se mangerai.

La situazione politica, invece, è simile ad altri posti di quella zona del mondo.
C’è un Presidente di 82 anni che teoricamente è stato eletto, ma in pratica reprime nel sangue ogni tentativo di opposizione e che ha da poco “esteso” il suo mandato di altri 12 anni.

Il piccolo Joseph e la sua mamma venivano da lì.

Lui è morto, a soli sei mesi, perché non c’era una nave abbastanza vicina per salvarlo, quando il suo gommone si è rovesciato.
L’unica nave disponibile era la Open Arms, ma era molto lontana ed è arrivata in ritardo.
Le altre ONG che si occupano di salvare le persone in mare erano ferme in porto, per via dei decreti sicurezza.

Quando i volontari della Open Arms sono arrivati sul posto, la mamma di Joseph gridava disperata “Ho perso il mio bambino”.
Ma un neonato di sei mesi non poteva resistere tutto quel tempo in mare, così è sopraggiunto l’assideramento.

Ne sto parlando in ritardo, non sto sul pezzo, oggi si parla di altro.
La verità è che proprio non riuscivo a metabolizzare la vista di quel corpicino avvolto in una coperta argentata.
Non riesco e non voglio neanche riuscire a immaginare cosa possa aver provato la sua mamma.

Ma una cosa ve la voglio dire, anche in ritardo: Joseph, come tanti altri bambini, è morto a causa delle politiche del nostro paese.
È morto perché quelli che avrebbero potuto salvarlo, semplicemente non erano lì.
E non c’erano perché la nostra politica ha deciso che salvare i nostri confini dal temibile “invasore” Joseph era più importante che salvare la sua vita appena nata.

Anche se ci crediamo assolti, siamo tutti coinvolti.