IL REFERENDUM DELL’ODIO

 

DI VINCENZO G. PALIOTTI

Proprio così, il referendum dell’odio verso la classe dirigente, concetto generico e che la dice lunga sulla fiducia della gente verso questa classe dirigente.

Lo dimostra la disparità dei risultati tra referendum ed elezioni regionali dove chi lo ha promosso e sostenuto ha raccolto ben poco, anzi si può benissimo parlare di una mezza debacle.

La gente con quel SI non è entrata nel merito, si è accontentata di ridurre il numero degli odiati parlamentari sperando in questo modo, riducendone il numero di ridurre anche lo scempio che buona parte degli attuali parlamentari sta facendo di una carica così importante per la vita del paese e che troppo spesso antepone i propri interessi, quelli di bottega a quelli comuni.

Paradossalmente se questo referendum lo avesse proposto l’ultimo partito per importanza e peso politico sarebbe comunque passato. E’ una triste realtà ma è la realtà.

Adesso si spera, si spera, che con la nuova legge elettorale si possa dare un senso a questo taglio inserendo, tra le tante proposte, dei correttivi con in cima a tutto la questione morale. Per fare pulizia e ritrovare la fiducia della gente la questione morale è fondamentale, l’unico rimedio al disinteresse, anzi all’odio. La gente è stufa di vedere affaristi, maneggioni, corruttori, corrotti in Parlamento; inoltre se la scelta dei rappresentanti sarà lasciata ai capi partito questa vittoria sarà stato il solito cambiamento per non cambiare nulla.

Tutto questo è confermato anche dalla percentuale di astensione, in crescita e collegata direttamente alla sfiducia della gente, anzi all’odio che la gente nutre per la classe politica.