A CASA DI MUCCINO NON STANNO MICA TUTTI BENE

DI MIRIAM TERZANOTA

La prima parte del film è surreale.

È inconcepibile che nessuno abbia inventato una scusa pur di non essere presente a un anniversario di matrimonio.

Se ci fosse stata una partita di campionato, una semifinale di champions o una finale dei mondiali…col cazzo che gli uomini si sarebbero presentati (tranne gli interisti che poverini di scuse, dopo Mourinho, non ne hanno più avute).

E invece, mariti, mogli, ex mogli…pure il mio vicino di casa si è presentato.

Dopo il breve quadro idilliaco dei primi 20 minuti durante i quali pensavi arrivasse Banderas con le macine e la gallina, Muccino non resiste e ritorna a fare Muccino. Lo capisci sin dal primo urlo.

Minchia, però! È durato 20 minuti tra: preliminari, effusioni, sguardi ma poi è esploso.

Le donne sono delle inguaribili rompicoglioni.
Che gli avranno fatto le donne a Muccino o Muccino alle donne?

Accorsi bacia e si scopa una tipa pur di farla stare zitta. Questa parla, parla, parla…e Accorsi si sacrifica anche per noi poveri spettatori.

Favino, quando non è impegnato a ritirare qualche premio, povero illuso, spera che con una scopata si sia risolto tutto (come il 90% degli uomini. Il 10% non ha trovato nessuno che gliel’ha data).

Morelli, si subisce la moglie che gli canta Jovanotti, a letto, e gli si ammoscia ancora di più.

Tognazzi arriva già scopato.

Le donne di Muccino portano le corna come se fossero capi d’alta moda. Urlano e si strappano i capelli come durante il primo giorno di saldi da Zara.

Gli unici che sembrano stare bene sono i vecchi e Massimo Ghini con l’alzheimer perché la morale è che per essere felici bisogna non ricordarsi e non capire un cazzo.

Andrà in onda questa sera sulla Rai.