Diffidate di Fratelli d’Italia che attacca Saviano, nel giorno di Giovanni Falcone

DA REDAZIONE

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Tiziana Barillà da ARTICOLO VENTUNO –

Da una parte c’è Fratelli d’Italia – il partito di governo, il primo del paese, quello della presidente Giorgia Meloni – che conta decine di inchieste e arresti per mafie tra sindaci, vicesindaci e parlamentari. Soprattutto in Calabria e Sicilia, ma non solo in Calabria e Sicilia. Quanti non posso dirlo, non esiste un registro pubblico di condanne per chi è coperto da un partito politico.
Il partito della presidente Meloni che invoca la lotta alla mafia a parole, con vuota retorica e inutili e costosi interventi, tipo Caivano. E intanto il governo che guida, invece di contrastare la criminalità organizzata, la incentiva: aumento del “tetto per l’utilizzo del contante”, un’amica del terrorismo di destra alla presidenza della Commissione Antimafia, lo smantellamento del reddito di cittadinanza, gli attacchi sistematici alla magistratura, eccetera eccetera eccetera.
Dall’altra parte c’è Roberto Saviano, uno scrittore sotto scorta da quasi vent’anni, per essere minacciato dalla criminalità organizzata. Ma anche – ed è questo il problema, peggio per te, Roberto – uomo libero e pensante che critica duramente lo scempio della destra italica. Un oppositore insomma, un nemico nella mentalità meloniana e perciò costantemente bersagliato da esponenti e partiti, oggi di governo.
Oggi, anno del signore 2025, nel giorno 23 maggio – anniversario della strage di Capaci – quel partito di quella presidente attacca quello scrittore.
Zitti non potevano stare, perciò hanno indicato il bersaglio sbagliato.
Ancora una volta. Chi tace, si nasconde dietro il loro dito.
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Articolo di Tiziana Barillà dalla redazione di
23 Maggio 2025