Gaza: dopo venti mesi di orrore l’Europa si “turba”, l’Italia no

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REM da REMOCONTRO –

Finalmente anche i ministri degli esteri dell’Unione europea -non tutti, non il nostro Tajani-, adesso pensano che Israele esageri nella mattanza. Loro intanto sparano attorno ai diplomatici ma poi si scusano per ‘l’inconveniente’. A Gaza cinque tir di aiuti in due giorni. Dei 93 entrati ieri nessuno giunge a destinazione. Onu: 14mila bambini rischiano di morire, 28mila donne uccise in 19 mesi, una ogni ora. 82 i palestinesi uccisi, e 262 feriti nelle ultime 24 ore. Bilancio complessivo 53.655 vittime e 121.950 feriti.

Assaggio di guerra sui diplomatici

L’esercito israeliano spara in aria durante una visita di diplomatici. C’era anche il viceconsole italiano. Tajani -silente in Europa- convoca l’ambasciatore. L’Idf si scusa: ‘Rammaricati per l’inconveniente’. Un’unità dell’esercito israeliano (Idf) ha sparato colpi di avvertimento in aria durante una visita diplomatica a Jenin, in Cisgiordania, creando panico fra i diplomatici. Delegazione di 25 ambasciatori e diplomatici europei, arabi, cinesi, giapponesi, indiani e di altre parti del mondo. Presente anche il viceconsole italiano a Gerusalemme, Alessandro Tutino. Diplomatici fuori strada prova a mentire l’Idf. Il ministero degli Esteri palestinesi chiarisce che la delegazione diplomatica internazionale «stava svolgendo una missione ufficiale per osservare la situazione umanitaria».

“I media palestinesi riferiscono che l’Idf ha colpito con l’artiglieria l’ospedale al-Awda, nel nord della Striscia di Gaza. Hamas fa sapere che sono almeno 82 i palestinesi uccisi, e 262 quelli feriti, negli attacchi a Gaza nelle ultime 24 ore. Dall’inizio delle ostilità il 7 ottobre 2023, il bilancio complessivo conta 53.655 vittime e 121.950 feriti, aggiunge la nota.”

L’Europa batte un colpo ma l’Italia sta con Netanyahu

«Una forte maggioranza ha sostenuto la revisione dell’accordo Ue-Israele, sostenendo la necessità immediata di cessate il fuoco e permettere gli aiuti umanitari a Gaza», dichiara dopo 20 mesi di silenzio l’Unione europea.  Non si è invece ottenuto il consenso alle sanzioni ai coloni, per il solo no da parte dei Budapest. Una maggioranza in favore della richiesta di revisione forte del consenso di 17 paesi che vede però (oltre alla neutralità della Lettonia) la contrarietà di altri 9: oltre all’Italia di Giorgia Meloni, hanno votato contro Germania, Ungheria, Croazia, Bulgaria, Cipro, Grecia, Repubblica Ceca e Lituania.

Revisione e non “sospensione”

Difficili problemi di equilibri internazionale di ognuno dei 27, e il gruppo dei paesi proponenti ha rinunciato a chiedere la «sospensione» optando per la «revisione». Mai prima d’ora la maggioranza dei governi europei aveva appoggiato in modo esplicito la sospensione del trattato che lega Bruxelles e Israele, in vigore dal lontano 2000. L’accordo internazionale prevede «il rispetto dei diritti umani e dei principi democratici» quali precondizioni per ogni partenariato Spinte ad usare la massima pressione diplomatica possibile, incluse le sanzioni. Nelle stesse ore, a Madrid il parlamento ha votato l’iter legislativo per l’embargo delle armi a Israele.

Persino Francia, Regno Unito e Canada

Lunedì i leader dei tre paesi avevano provocato la reazione stizzita di Netanyahu per la loro condanna verso l’intensificazione delle operazioni militari nella Striscia e il favore al riconoscimento dello stato palestinese. Altro passo significativo, lo stanziamento da parte di Bruxelles di 82 milioni di euro in aiuti umanitari destinati a Unrwa, l’agenzia delle Nazioni Unite che assiste i rifugiati palestinesi, già presa di mira da Israele perché accusata di complicità con Hamas. In Consiglio Ue si è perfino sbloccata la nomina del rappresentante la pace in Medio Oriente. Christophe Bigot, diplomatico francese di lungo corso. Sulla carta il suo compito è quello di favorire la soluzione «due popoli due stati», a cui Bruxelles rimane ancorata. «Ma perfino su una figura così, difficilmente decisiva, molti governi avevano preferito per molto tempo non decidere», il rimprovero di Andrea Valdambrini sul manifesto.

Ora Londra si indigna

Parlamento europeo, primo dibattito su Gaza mentre Londra sospende i colloqui sull’accordo di libero scambio con Israele. Il Foreign Office aveva convocato l’ambasciatrice israeliana, Tzipi Hotovely, perché spiegasse al ministro per il Medio Oriente Hamish Falconer i termini della nuova offensiva. Falconer ha sollecitato Israele a dare il via libera agli aiuti e a interrompere le violenze dei coloni in Cisgiordania: «Le atrocità e la retorica del governo israeliano (Smotrich ha più volte parlato dell’offensiva come di «pulizia» -ovviamente etnica- stanno isolando il paese dai suoi partner e amici». Rispondendo in aula, Lammy ha poi confermato di aver sospeso la fornitura di armi a Israele. Fine dell’assegna in bianco a Israele dagli alleati, salvo quello decisivo statunitense. Con qualche vergogna nascosta in casa nostra.

Italia, in arrivo altra tecnologia militare da Israele

“Il silenzio del ministro Tajani sui rimproveri Ue e ora forniture da 1,6 miliardi per la conversione militare di due aerei. In Aula la mozione delle opposizioni sullo stop alle armi. Ieri in commissione difesa il parere su uno schema di decreto presentato dal ministro della difesa Guido Crosetto sul proseguimento di programmi di riarmo avviati nel 2020. Il programma, la cui terza fase è stata posta ieri in votazione, avrà un costo di 1,6 miliardi di euro e prevede anche la conversione di due jet Gulfstream G550 in velivoli militari con funzioni prevalentemente di spionaggio. Per farlo l’Italia acquisterà tecnologia direttamente da Tel Aviv: la conversione è operata dalla società israeliana Elta Systems Ltd, parte del gruppo Israel Aerospace Industries, di proprietà del governo.”

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Articolo a firma REM dalla redazione di
21 Maggio 2025