Roma per Gaza e i diritti umani

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Riccardo Cucchi da ARTICOLO VENTUNO –

Roma per Gaza e i diritti umani

Eravamo tanti. Non mi entusiasma l’esercizio della conta che segue ogni manifestazione di piazza. Mi interessa la piazza. E la piazza era palpitante, coinvolta, consapevole. Ci siamo trovati – tutti – a Piazza Vittorio e poi lungo la strada fino a San Giovanni, con un’idea chiara e condivisa: non possiamo assistere inerti al genocidio del popolo di Gaza. È una colpa della quale non dobbiamo macchiare la nostra coscienza. Il governo italiano, il governo europeo la collettività internazionale dovrebbero cogliere non solo il messaggio, ma anche la ciambella di salvataggio che la piazza offre alle loro coscienze: basta complicità, basta indifferenza. Gli strumenti politici e diplomatici ci sono: sanzioni contro Israele, isolamento internazionale, cessazione delle forniture di armamenti. Questo chiedono i cittadini, questo dovrebbe essere l’impegno politico di una comunità democratica per non avere interamente sulla coscienza quei 60.000 morti, dei quali 20.000 bambini e adolescenti.

Questo chiede la piazza di Roma, questo chiedono tutte le piazze d’Italia e del mondo: che Israele rispetti il Diritto Internazionale, cessi l’assedio di Gaza e l’occupazione illegale della Cisgiordania; che gli aiuti umanitari possano entrare nella striscia, che la fame non sia usata come strumento di guerra, che la vendetta contro un intero popolo non sia spacciata per giustizia.

Le piazze chiedono l’ovvio, il sensato; chiedono che le vite umane abbiano valore, che cessino i crimini di guerra di cui si sta macchiando Israele.

Ieri a Roma tante bandiere: quelle delle forze politiche che hanno promosso la manifestazione, PD-M5S-AVS, ma anche bandiere della pace – tante – bandiere italiane, bandiere palestinesi, bandiere israeliane intrecciate simbolicamente con quelle palestinesi; c’erano le sigle di Ong che si impegnano sul terreno come Oxfam, c’era l’Anpi e tantissime altri. Un popolo variegato che si unisce su un punto che è comune ispirazione: no alla guerra.

Le piazze hanno un forte valore politico. È importante che le forze progressiste comprendano fino in fondo questo valore. La partecipazione è l’essenza della democrazia. Partiti che non rappresentassero istanze, sentimenti, ideali perderebbero la loro stessa identità progressista.

La politica non si può fare solo nei salotti tv o sulle piattaforme social. La politica ha bisogno dei corpi, della voce, della passione, della fatica della marcia sotto il sole. Ha bisogno degli esseri umani in carne ossa.

Che si torni nelle piazze per Gaza, per i Diritti Umani, per il pacifico dissenso, per il pensiero critico, per la democrazia.

Articolo di Riccardo Cucchi da

8 Giugno 2025