DI NICOLA FRATOIANNI
«Per loro conta solo il dio danaro, in nome del quale sacrificano anche la vita degli operai. Com’è successo alla mia Luana, che è morta perché l’orditoio era stato manomesso per aumentare la produttività».
Emma è la madre di Luana D’Orazio, la ragazza 22enne uccisa lo scorso 3 Maggio dal macchinario a cui stava lavorando. Da quel tragico giorno ha deciso di impegnarsi in prima persona per fermare questa intollerabile strage quotidiana. Le sue sono parole che pesano come macigni. E che ci interrogano, tutte e tutti noi. Perché ha ragione Emma quando afferma che non riesce a credere che a quasi un anno dalla morte di Luana, nulla sia cambiato. Nulla.
Ma non finisce qui. Perché è vero, gli imprenditori senza scrupoli che sacrificano lavoratori e lavoratrici sull’altare del profitto sono i diretti responsabili, materiali e non.
Ma la politica, immobile, assente, complice, non può essere assolta dalle sue responsabilità.
Il punto non è cosa fare, quello lo sappiamo, lo abbiamo ripetuto fino allo sfinimento.
Il punto è la volontà politica di farlo.
È ora che la politica ascolti questo grido e agisca di conseguenza, perché «è una follia che una persona esce di casa al mattino per andare a lavorare, saluta i suoi cari, e poi non rientra più. Mai più».
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