Licio Gelli, la P2, la separazione delle carriere

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DANIELE BIACCHESSI da ARTICOLO VENTUNO –

Licio Gelli, la P2, la separazione delle carriere

Siamo nei primi mesi del 1981. I giudici di Milano Gherardo Colombo e Giuliano Turone stanno indagando sul falso rapimento dell’agosto 1979 del bancarottiere Michele Sindona che controlla le attività illecite di Cosa Nostra attraverso un impero finanziario: Banca Privata Italiana, Franklin National Bank, in associazione con Finabank di Ginevra e Continental Illinois di Chicago. Sindona è anche il mandante dell’omicidio dell’avvocato Giorgio Ambrosoli, nominato da Bankitalia commissario liquidatore della Banca Privata Italiana, ucciso dal sicario di Cosa nostra William Aricò, a Milano, sotto la sua abitazione in via Morozzo della Rocca 1.

Dalle indagini emergono legami tra Michele Sindona e Licio Gelli e vari affiliati alla loggia massonica P2. Così Turone e Colombo decidono di perquisire i locali a disposizione di Licio Gelli: la villa, la fabbrica di confezioni, l’Hotel Excelsior di Roma dove Gelli tiene udienza, ricevendo processioni di maggiorenti del regime dell’epoca. Ma i giudici non sono degli sprovveduti. Avvertono il potere di Gelli, la sua influenza sui vertici degli apparati dello Stato (Carabinieri, Polizia, Servizi Segreti, Guardia di Finanza). Mettono quindi in piedi un atto giudiziario imprevedibile e improvviso in modo che Gelli non venga allertato dai suoi affiliati.

La mattina di martedì 17 marzo 1981 alcuni finanzieri fidati effettuano perquisizioni nella fabbrica “Giole” e a villa Wanda, di proprietà di Licio Gelli, a Castiglion Fibocchi, in provincia di Arezzo, all’Hotel Excelsior di Roma, e pochi altri indirizzi dove possono reperire e sequestrare materiale interessante per le indagini.

Dalle cassette custodite nel caveau dell’Excelsior non emerge nulla. Poi il maresciallo Francesco Carluccio annuncia la scoperta di una valigia stipata di documenti e racconta i movimenti della segretaria di Gelli, la signora Carla Venturi, che cerca di far sparire la chiave della cassaforte. Proprio dalla valigia emerge una lista di 962 nomi: 208 militari e appartenenti alle forze dell’ordine (43 generali di Carabinieri, Guardia di Finanza, Esercito, Aeronautica, e l’intero vertice dei Servizi Segreti civili e militari, SISDE e SISMI), 8 ammiragli, 11 questori, 5 pre-fetti, 44 parlamentari, 2 ministri, 1 segretario di partito, banchieri (Michele Sindona e Roberto Calvi), imprenditori (il costruttore Silvio Berlusconi e l’editore Angelo Rizzoli), magistrati (l’ex procuratore generale Carmelo Spagnuolo), faccendieri, criminali (Enrico Nicoletti cassiere della Banda della Magliana), diplomatici, e giornalisti (Mario Tedeschi, Gustavo Selva, Roberto Gervaso, Franco Di Bella, Maurizio Costanzo e Mino Pecorelli, direttore dell’agenzia “OP”, ucciso a Roma il 20 marzo 1979). Tra gli affiliati spiccano i nomi di José López Rega, capo dell’“Alianza Anticomunista Argentina”, dell’ammiraglio Emilio Eduardo Massera, membro della giunta militare al potere in Argentina dal 1976 al 1983. Secondo la Commissione parlamentare d’inchiesta sulla loggia massonica P2 si tratta però di elenchi incompleti. Una loggia occulta ed eversiva che si pone fuori dalle regole democratiche e dai dettami scritti nella Costituzione.

Pochi mesi dopo, il 4 luglio 1981, viene rinvenuto in un doppiofondo della valigia di Maria Grazia Gelli, figlia di Licio Gelli, il “Programma di Rinascita democratica”, scritto nel lontano 1977, poi pubblicato negli atti della commissione parlamentare d’inchiesta sulla P2. Si tratta di un vero documento di carattere politico in cui Gelli e la P2 intervengono su ogni parte della Costituzione, e tra gli obiettivi a medio e lungo termine vengono citati i suggerimenti sull’ordinamento giudiziario, tra cui compare la separazione delle carriere.

”Provvedimenti istituzionali a1) Ordinamento giudiziario I. Unità del Pubblico Ministero (a norma della Costituzione – articoli 107 e 112 ove il P.M. è distinto dai Giudici); Riforma dell’ordinamento giudiziario per ristabilire criteri di selezione per merito delle promozioni dei magistrati, imporre limiti di età per le funzioni di accusa, separare le carriere requirente e giudicante, ridurre a giudicante la funzione pretorile”

La separazione delle carriere e dei Csm ritorna nel programma elettorale di Forza Italia del 2001, del 2006 e del 2008 (Pdl), nella controriforma della giustizia Alfano del 2009, nel governo guidato da Giorgia Meloni.

La riforma è stata divulgata come separazione delle carriere ma il suo obiettivo principale resta il ridimensionamento dell’indipendenza del potere giudiziario attuata mediante l’indebolimento della magistratura, divisa in due corpi separati e gestita da due Consigli superiori ridotti a organi meramente burocratici. La modifica  della disciplina costituzionale della magistratura non accelera il buon funzionamento dell’amministrazione della giustizia, non rende la giurisdizione più efficiente, né più resistente nella tutela dei diritti fondamentali dei cittadini a fronte dei possibili abusi di poteri pubblici o privati. In conclusione, siamo in presenza di un mutamento istituzionale profondo, una vera “riforma epocale” che concorre con altre riforme a demolire i tratti salienti dell’ordinamento repubblicano cancellando i lasciti della resistenza.

Il sogno di Licio Gelli si è avverato.

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Daniele Biacchessi, dalla redazione di

31 Ottobre 2025