Essere pro-Palestina è terrorismo, inneggiare al fascismo è goliardia

DI MICHELE PIRAS

 

Essere pro-Palestina è terrorismo, inneggiare al fascismo è goliardia

Se dei ragazzi di sedici anni scendono in piazza al grido “Palestina libera dal fiume al mare” per loro sono dei potenziali terroristi, devastatori e poco ci manca che da destra ne chiedano l’ergastolo.
Eppure, se incrociate la cartina e le risoluzioni dell’Onu, eliminata l’occupazione della Cisgiordania, ripristinando il corridoio con Gaza e senza cancellare Israele dalle mappe, uno Stato libero di Palestina si svilupperebbe proprio dal fiume Giordano al mare Mediterraneo.
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Se invece in quel di Parma in una sede di Fratelli d’Italia si festeggia la Marcia su Roma e l’avvento del regime fascista, urlando “duce, duce”, sono solo “quattro sfigatelli che hanno bevuto troppo”.
Se a Predappio inneggiano a “sua eccellenza Benito Mussolini” sono solo dei giocherelloni nostalgici, pittoreschi ma pacifici, che non fanno del male a nessuno.
Se un gruppo di manifestanti pro Pal si scontra con la Polizia sono tutti i manifestanti a essere colpevoli (anzi, tutta la sinistra terraquea) e se due persone sfasciano tre vetrine si chiama devastazione, guerriglia urbana e giù titoloni sui quotidiani di casa.
Se orde neofasciste aggrediscono gente per strada, pestano i migranti, imbrattano muri e vandalizzano sedi politiche, luoghi di culto e spazi sociali, si tratta di episodi isolati, sui quali meglio tacere piuttosto che esprimere una ferma parola di condanna. E guarda caso l’idea di demonizzare le piazze e minimizzare le pulsioni neofasciste è proprio una consolidata strategia di questo governo.
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Del resto, per loro, l’antifascismo è l’anacronismo di una sinistra senza argomenti, mentre battersi per la libertà di un popolo oppresso e contro un genocidio è una esecrabile barbarie, un’offesa all’Occidente, un’intollerabile manifestazione di antisemitismo. E poi, per dirla come la brillante Ministra Rocella, sono anni che mandiamo i nostri studenti a Auschwitz solo per diventare antifascisti, come se educare al rispetto dell’essere umano fosse diventato un disvalore. Come se raccontare ai giovani cosa è stato il nazifascismo in Europa, lo sterminio di ebrei, comunisti, rom, omosessuali, disabili, fosse solo un modo subdolo di indottrinare gli studenti e aizzarli contro il Governo Meloni.
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E dunque, secondo certuni, i palestinesi non sarebbero semiti anche se è ovvio che lo siano, quindi condannare Israele per il loro massacro sarebbe antisemitismo, mentre quelli del ventennio forse erano solo camerati che sbagliavano.
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È proprio il Mondo al contrario, signora Contessa.
E proprio per il senso di nausea che esso trasmette che vale la pena rovesciarlo.
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Michele Piras