Videogame. “House Fighters: Total Mess”, per tornare bambini e giocare con gli aeroplani

DI LUCA BAGATIN

C’è chi dice che i videogiochi siano un’evasione.

Più semplicemente, direi che sono una forma d’arte minore, che ci permette di tornare bambini, quando la polvere sotto il letto era un deserto e il tavolo del soggiorno una montagna da scalare.
“House Fighters: Total Mess”, dell’indipendente Revulo Games (https://www.revulogames.com), parte proprio da lì. Dall’infanzia perduta.

Dal desiderio di solcare i cieli — o meglio, i lampadari — a bordo di un aeroplanino di plastica, combattendo battaglie epiche tra le mura domestiche.

Un’idea tanto assurda quanto tenera.
Un gioco che non vuole insegnarci nulla, se non ricordarci che, dopotutto, anche il disordine ha la sua poesia.

Il protagonista — un anonimo cadetto di nome Lt. Green — potrebbe essere chiunque di noi: un soldatino dimenticato, un eroe in miniatura in cerca di senso nel caos del soggiorno.
Ogni missione è un piccolo quadro: la cucina trasformata in campo di battaglia, il bagno in un mare di vapore e ceramica, il garage in una pista per dogfight degni della Top Gun dei poveri.

Il gameplay è semplice, quasi ingenuo: si vola, si spara, si evita di schiantarsi contro un tostapane. Ma dietro quella semplicità si nasconde una malinconia sottile, quella di chi sa che ogni volo, per quanto glorioso, finirà sempre tra le tende o in un cassetto.

Tecnicamente, il gioco non stupisce.
È un prodotto onesto, colorato, costruito con più passione che budget. Ma è proprio questa onestà che conquista.
Ogni texture ha la ruvidità delle cose fatte a mano, ogni missione ha il profumo di un pomeriggio di pioggia passato a costruire piste con i cuscini del divano.

C’è ritmo, certo, ma anche lentezza contemplativa. Non serve vincere: basta volare.
E in quell’atto di librarsi tra briciole, tazze e fumetti dimenticati sul pavimento, c’è qualcosa di profondamente umano.

Non aspettatevi la complessità di un simulatore o l’adrenalina di un multiplayer competitivo.
“House Fighters: Total Mess” è, come dice il titolo, un “disastro” totale. Ma è un “disastro” che profuma di vita, di nostalgia, di un passato che ritorna sotto forma di pixel.

È il videogioco che un bambino di otto anni sognerebbe di fare da grande e che un adulto malinconico gioca per ricordarsi di esserlo stato.

In un’epoca di produzioni fotorealistiche e iper-realismo senz’anima, “House Fighters: Total Mess” è un piccolo gesto di resistenza.
Un invito a giocare per il gusto di farlo, senza obiettivi, senza premi, senza statistiche.
Un inno al caos, all’imperfezione, al disordine creativo, che è la vera essenza del gioco.

A volte non serve la perfezione. Basta un aeroplanino, una stanza in disordine e la voglia di tornare a volare.

“House Fighters: Total Mess”, per poter essere giocato, necessita di un pc con sistema operativo Windows 10 o 11, con minimo 8 GB di RAM; una scheda video di fascia media e 5 GB di spazio libero su disco fisso.

E’ aquistabile su Steam a questo link: https://store.steampowered.com/app/2936430/House_Fighters_Total_Mess/

Luca Bagatin